Stress da calore, decalogo per il datore di lavoro

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Stress da calore, decalogo per il datore di lavoro

Di grande attualità per le temperature elevate di queste ultime settimane, il rischio da stress termico è al centro di una sorta di decalogo che l'Inail ha pubblicato sul proprio sito, facendo seguito a quanto reso noto dall'Ispettorato nazionale del lavoro con Nota n. 5056 del 13 luglio 2023, oggetto dell'articolo "Danni da calore e tutela dei lavoratori, le indicazioni dell’Ispettorato nazionale del lavoro" cui si rinvia, e mettendo in evidenza quanto riportato nella propria "Guida informativa per la gestione del rischio caldo" del 1° luglio 2022.

Vediamo di che si tratta.

Stress termico

Con tale dizione ci si riferisce, in via generale, agli aspetti e alle problematiche relative al microclima degli ambienti, caldi e freddi, definiti “severi” perché comportano la rottura del "benessere termico", condizione necessaria per un ottimale svolgimento dell'attività lavorativa.

Gli attuali obblighi normativi prevedono in capo al datore di lavoro l'obblligo di tutela del benessere del lavoratore in senso globale, considerando tutti gli aspetti che influiscono sul benessere psicofisico; lavori pesanti in ambienti severi caldi sottopongono infatti il sistema cardiovascolare a notevoli condizioni di sforzo che possono causare il cosiddetto colpo di calore.

Le principali patologie

Tra le condizioni cliniche correlate all'esposizione a elevate temperature ambientali e a ondate di calore, l'Inail evidenzia le seguenti:

  • crampi da calore: dolori muscolari causati dalla perdita di sali e liquidi corporei durante la sudorazione. I lavoratori con crampi da calore dovrebbero interrompere l’attività e reintegrare i sali minerali persi attraverso integratori salini;
  • dermatite da sudore: causata dalla macerazione cutanea indotta dalla eccessiva presenza di sudore, si presenta sotto forma di piccoli brufoli o vescicole.Il miglior trattamento consiste nello spostarsi in un ambiente di lavoro più fresco e meno umido;
  • squilibri idrominerali: conseguenti a profuse perdite idriche, in genere dovute a sudorazione e a iperventilazione. Occorre stimolare subito il lavoratore a bere in abbondanza;
  • sincope: consegue ad un’eccessiva vasodilatazione e si manifesta con una perdita di coscienza;
  • stress da calore: caratterizzato da un esaurimento della capacità di adattamento. Occorre far spostare il lavoratore in un luogo fresco e, se non è presente nausea, incoraggiarlo a bere acqua fresca con sorsi brevi ma frequenti.

Progetto Worklimate

Già da giugno 2020 l'Istituto ha avviato, in collaborazione con il Cnr, il progetto di ricerca Worklimate con l'obiettivo di approfondire attraverso la banca dati Inail degli infortuni le conoscenze sull’effetto delle condizioni di stress termico ambientale, in particolare del caldo, sui lavoratori anche in rapporto alla stima dei costi sociali degli infortuni sul lavoro.
 
L’esposizione quotidiana alle elevate temperature durante la stagione calda rappresenta un tema di grande rilevanza soprattutto per quei lavoratori la cui mansione sia svolta in ambienti non condizionati, esposti per lunghi periodi di tempo alla radiazione solare, in alcuni casi a contatto con superfici o macchinari che emettono calore e spesso indossando dispositivi di protezione individuale che rendono difficile la dispersione del calore corporeo.
 
Il sito web del progetto Worklimate raccoglie materiale informativo e divulgativo proprio allo scopo di aumentare le conoscenze sull’effetto delle condizioni di stress termico ambientale sui lavoratori e di supportare i datori di lavoro nella definizione di piani per la prevenzione dei rischi.

 

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