Sistema pubblico di identità digitale (SPID): analisi dei notai
Pubblicato il 03 dicembre 2020
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Un recente studio del Consiglio Nazionale del Notariato è dedicato al Sistema pubblico di identità digitale (SPID).
Nell’elaborato, approvato dal Settore Informatico del Notariato il 7 ottobre 2020 e pubblicato sul sito istituzionale del CNN il 28 ottobre 2020, sono analizzati il funzionamento e le caratteristiche del sistema di autenticazione SPID previsto, dal legislatore, per consentire a imprese e cittadini di interagire con la Pubblica Amministrazione e con i privati e per accedere ai servizi mediante strumenti informatici quali PC o dispositivi mobili.
Il processo di informatizzazione dei servizi pubblici - sottolineano gli autori - appare un tema sempre più decisivo e centrale sia in ambito nazionale che europeo, con rilevanza sia economica che sociale.
Lo studio n. 1-2020/DI si sofferma quindi sull’esame della normativa attualmente in vigore, sulla definizione di servizio pubblico online e di identità digitale nonché sulla differenziazione tra sistemi di autenticazione, di identificazione e di sottoscrizione digitale.
E’ poi presente una disamina sulla storia dello strumento SPID, a partire dalla sua nascita, nel 2013, fino agli ultimi provvedimenti, Dl semplificazioni compreso.
Nelle conclusioni del documento, viene sottolineato come lo SPID, con i suoi tre livelli di sicurezza, “è in grado di garantire una autenticazione con un adeguato livello di protezione in relazione al servizio di cui si intende fruire ed al rischio ad esso conseguente, consentendo quindi, a differenza del passato, di eseguire operazioni complesse e rischiose anche da remoto”.
Grazie alla recente implementazione dello SPID Professionale, inoltre, è stata aperta la strada alle “identità digitali qualificate”, fondamentali per accelerare il processo di integrazione tra l’attività dei professionisti e delle persone giuridiche, con le pubbliche amministrazioni.
Per finire, viene sottolineato come in questo particolare momento storico di radicali trasformazioni sociali e culturali, “serve una grande attenzione da parte del Legislatore al fine di evitare pericolose fughe in avanti e fantasiose equiparazioni che rischiano di essere portatrici di profonde incertezze che potrebbero riverberarsi, in un futuro non troppo lontano, anche nell’ambito della contrattazione”.
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