Risarcimento per perdita di chance se il concorso interno è poco trasparente

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La Cassazione, con la sentenza n. 5119 depositata il 3 marzo scorso, ha accolto il ricorso presentato da un dipendente di banca al fine di vedersi riconoscere il risarcimento del danno per perdita di chance conseguente al fatto che lo stesso non aveva ottenuto una promozione in quanto, in un concorso interno, la valutazione dei candidati non era stata effettuata con criteri corretti e trasparenti. In particolare, non era stato tenuto conto del curriculum professionale dei partecipanti.

Per i giudici di legittimità, in particolare, il potere discrezionale del datore di lavoro, nelle procedure concorsuali, è limitato dalla  necessità che lo stesso fornisca, in conformità ai criteri precostituiti del bando e, comunque, di quelli di buona fede e correttezza, adeguata ed affettiva motivazione delle operazioni valutative e comparative connesse alla selezione. In difetto di ciò, "il danno che al lavoratore può derivare per perdita di chance va risarcito sulla base del tasso di probabilità che il lavoratore aveva di risultare vincitore, qualora la selezione fra concorrenti si fosse svolta in modo corretto e trasparente, e non può, pertanto, esimere i giudice dall'apprezzare in concreto ogni elemento di valutazione e di prova ritualmente introdotto nel processo”.
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