Ricariche telefoniche, l’Iva non fa eccezioni
Pubblicato il 26 febbraio 2008
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La Finanziaria 2008 ha stabilito che i soggetti che emettono mezzi tecnici di telecomunicazione, devono assolvere l’Iva o sulla base del corrispettivo dovuto dal cliente finale o sulla base del prezzo mediamente praticato per la vendita al pubblico; e che i soggetti che li vendono devono rilasciare un documento riepilogativo dell’operazione. Nella circolare “Telefisco” n. 12 del 19 febbraio 2008, l’agenzia delle Entrate ha chiarito che ai vincoli sull’Iva monofase non sfugge nessun tipo di carta prepagata: il vincolo riguarda, dunque, anche le “callings cards”, le carte telefoniche prepagate che consentono di effettuare chiamate internazionali a prezzi vantaggiosi e che funzionano grazie ad accordi di acquisto all’ingrosso di particolari codici di accesso. Le “callings cards” sono mezzi tecnici spesso generati e distribuiti da soggetti privi di licenza telefonica e altrettanto spesso privi del logo dell’emittente e di un prezzo finale di vendita. Per questi strumenti esiste un oggettivo rischio di evasione di imposta: le nuove disposizioni rappresentano, dunque, un tentativo di introdurre idonee regole fiscali in un settore in cui è difficile assicurare la tracciabilità delle cessioni dei mezzi tecnici.
Gli operatori di telecomunicazioni ritengono che la Finanziaria 2008 introduca inutili adempimenti burocratici e amministrativi, privi di finalità ed efficacia antifrode.
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