Reddito di cittadinanza: controlli “antifrode” e stretta in arrivo

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Reddito di cittadinanza: controlli “antifrode” e stretta in arrivo

Si continua a discutere di Reddito di Cittadinanza. Il tema ha catalizzato, fin dalla sua introduzione, il dibattito politico e l'interesse mediatico.

In previsione di una riforma ampia e sistematica delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, prevista per il 2024, il Governo, con il disegno di legge di Bilancio 2023, ha novellato la disciplina in vigore.

L'INPS inoltre, con comunicato stampa 9 dicembre 2022, ha fatto il punto sul sistema dei controlli avviati sui beneficiari della prestazione.

Reddito di cittadinanza: cosa cambierà

L'articolo 59 del disegno di legge di Bilancio 2023 (A.C. 643-BIS, "Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025"), recante disposizioni di riordino delle misure di sostegno alla povertà e all'inclusione lavorativa, apporta alcune modifiche alla misura del reddito di cittadinanza applicabile nel 2023.

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 la misura del beneficio economico di cui agli articoli da 1 a 13 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, verrà riconosciuta nel limite massimo di 8 mensilità (attualmente il beneficio è riconosciuto per un periodo massimo di 18 mesi, rinnovabili previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un mese).

La riduzione del periodo massimo di fruizione del reddito di cittadinanza non si applicherà ai nuclei con componenti disabili, minorenni o con almeno 60 anni di età.

I percettori del Reddito di cittadinanza in età lavorativa (dai 18 ai 65 anni non compiuti) e comunque tutti i soggetti tenuti agli obblighi di cui all'articolo 4 del D.L. n. 4/2019, non già occupati o pensionati, non frequentanti un regolare corso di studi, non disabili né con carichi di cura, dovranno essere inseriti, per un periodo di 6 mesi, in un corso di formazione e/o di riqualificazione professionale di cui alla legge n. 53/2003. La mancata frequenza al programma assegnato comporterà la decadenza del nucleo familiare del beneficiario dal diritto al reddito di cittadinanza. Le regioni saranno tenute a trasmettere all’ANPAL gli elenchi dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza.

Si dispone inoltre che, in caso di stipulazione di contratti di lavoro stagionale o intermittente, il maggior reddito da lavoro percepito non concorra alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi.

I comuni dovranno impiegare tutti i percettori di RdC residenti (in luogo dell'attuale previsione di “almeno un terzo”) che hanno sottoscritto un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale nell’ambito dei progetti utili alla collettività.

NOTA BENE: Viene poi disposta la decadenza dal diritto al reddito di cittadinanza qualora i beneficiari della prestazione non accettino la prima offerta di lavoro congrua (attualmente, invece, la decadenza interviene se non viene accettata almeno una di due offerte congrue).

Infine, dal 1° gennaio 2024 sono abrogate tutte disposizioni del D.L. n. 4/2019 che disciplinano il reddito e la pensione di cittadinanza.

Per effetto della stretta illustrata, viene ridotto di 743 milioni di euro lo stanziamento per l'anno 2023 per il reddito di cittadinanza a favore dell'incremento delle risorse destinate all’assegno unico e universale per i figli a carico.

Reddito di cittadinanza: controlli INPS

Soffermiamoci ora sui controlli eseguiti in corso d'anno dall'INPS e ricordati dallo stesso Istituto nel comunicato stampa del 9 dicembre 2022.

L'INPS rende noto di essere passata da un sistema misto basato su controlli centralizzati in ordine alla sussistenza dei requisiti di legge e su verifiche ex post delle sedi territoriali in merito alla veridicità delle dichiarazioni, ad un potenziamento dei controlli ex ante, effettuati nell’ottica di prevenire ed individuare comportamenti "opportunistici e fraudolenti".

In questa seconda fase, accanto alle verifiche preventive svolte sulle informazioni in possesso dell’Istituto e di altre amministrazioni pubbliche, sono stati individuati alcuni scenari di “rischio potenziale” predefiniti che hanno consentito, evidenzia l'INPS, “di intercettare le istanze sintomatiche della presunta insussistenza di uno o più requisiti in capo al richiedente (o al nucleo familiare) e di altre situazioni potenzialmente incompatibili”. Sulla base degli esiti dei controlli, l'INPS ha provveduto a rigettare direttamente le domande presentate, prima che la prestazione potesse essere percepita.

I principali scenari di rischio considerati riguardano:

1. la mancanza del requisito della residenza in Italia;

2. le false o omesse dichiarazioni relativamente alla posizione lavorativa dei componenti il nucleo familiare;

3. le false dichiarazioni circa la composizione del nucleo familiare.

In presenza di tali indicatori l'INPS ha respinto le domande o le ha sospese per ulteriori approfondimenti.

NOTA BENE: Queste modalità di controllo hanno consentito all'Istituto di individuare, su circa 1.290.000 domande pervenute, nei primi dieci mesi del 2022, oltre 290.000 a rischio di cui 240.000, rientranti negli scenari nn. 1 e 2, sono state respinte in automatico e 50.000 sono state sospese e sottoposte ad ulteriori controlli.

Ultimamente l'INPS, con le forze dell’Ordine, sta valutando un quarto scenario di rischio che prende in considerazione l'eventuale titolarità di imprese e/o di qualifiche/cariche sociali da parte dei componenti il nucleo familiare richiedente il reddito di cittadinanza. Una circostanza, evidenzia l'Istituto, che è sintomatica di potenziali frodi connesse alla fruizione del Reddito di Cittadinanza o a pratiche irregolari come quella dei “prestanome”.

In tali situazioni, l'INPS ha sottoposto le domande ad ulteriori controlli.

Infine, l’Istituto ha comunicato l'avvio di una Piattaforma informatica per consentire alle Strutture periferiche di consultare le domande RdC che presentano gli indici di rischio selezionati, per svolgere le verifiche sulle domande sospese, sbloccarne l’esito o avviare le azioni di recupero.

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