Recidiva non ha aumentato la pena? Non rileva nella prescrizione
Pubblicato il 16 maggio 2019
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Le Sezioni Unite penali si sono pronunciate sul tema della rilevanza della valorizzazione dei precedenti penali per motivare il diniego di riconoscimento delle attenuanti generiche ai fini del calcolo del tempo necessario alla prescrizione del reato, quando la recidiva contestata ed implicitamente riconosciuta non abbia determinato un aumento della pena.
Quesito sottoposto alle Sezioni Unite
La recidiva che il giudice non abbia considerato ai fini dell’aumento della pena, quando lo stesso abbia, però, valorizzato i precedenti penali per negare le circostanze attenuanti generiche, rileva o no ai fini del calcolo della prescrizione del reato?
E’ questo il quesito a cui hanno risposto le Sezioni Unite penali di Cassazione con sentenza n. 20808 del 15 maggio 2019, risolvendo un contrasto interpretativo esistente in materia.
Contrasto interpretativo
La questione, nel dettaglio, era stata sollevata dalla Seconda sezione sul rilievo dell’esistenza, da un lato, di decisioni secondo cui, quando il giudice abbia escluso, anche implicitamente, la circostanza aggravante della recidiva, non ritenendola in concreto espressione di una maggiore colpevolezza o pericolosità sociale dell'imputato, la predetta circostanza deve ritenersi ininfluente anche ai fini del computo del tempo necessario a prescrivere il reato.
Dall’altro, era stata considerata la sussistenza di una posizione difforme, registrata nell’ambito della giurisprudenza di legittimità, ai sensi della quale la recidiva contestata e accertata nei confronti dell'imputato e solo implicitamente riconosciuta dal giudice di merito che, pur non ritenendo di aumentare la pena a tale titolo, abbia specificamente valorizzato, per negare il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, i precedenti penali dell'imputato, rileva ai fini del calcolo dei tempo necessario ai fini della prescrizione del reato.
Principio di diritto della Cassazione
Orbene, secondo le Sezioni Unite, la valorizzazione, da parte del giudice di merito, dei precedenti penali dell'imputato per la negazione delle attenuanti generiche, non implica il riconoscimento della recidiva in assenza di aumento della pena a tale titolo o di giudizio di comparazione tra le circostanze concorrenti eterogenee.
In tale ipotesi – ha concluso la Suprema corte - la recidiva non rileva ai fini del calcolo dei termini di prescrizione del reato.
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