Rapporto Censis sull’Avvocatura

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Rapporto Censis sull’Avvocatura

Il contributo unificato porta alle casse dell’amministrazione della giustizia circa 500 milioni di euro l’anno, ovvero il 15,6% dell’intera cifra di 3 miliardi destinata alle Corti (da cui sono escluse le procure ed il gratuito patrocinio).

Lo ha annunciato il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, in data 9 marzo 2016, durante la presentazione del rapporto annuale Censis sull'Avvocatura alla Cassa forense, alla presenza del Presidente Nunzio Luciano.

Contributo unificato, non il più alto d’Europa

In particolare, il Ministro ha voluto sfatare la leggenda per cui il contributo unificato italiano è il più alto d’Europa (in Germania il contributo ammonta al 43% dell’intero budget e la Spagna ha raggiunto livelli pari ai nostri, destinando tuttavia una minor cifra al gratuito patrocinio).

L’aumento più consistente del contributo unificato (di circa il 15% ) si è avuto tra il 2008 ed il 2012, volto a compensare l’eliminazione dei diritti di copia dovuta al processo civile telematico.

Ma non c’è alcuna correlazione tra l’aumento dei costi e la susseguente diminuzione delle cause, che invece va ricercata nelle disfunzioni della giustizia; mal funzionamento di cui fanno le spese, in termini di immagine, gli stessi avocati.

E’ quanto emerge dal rapporto annuale Censis 2016, commissionato dalla Cassa forense, che raccoglie le opinioni di circa 8 mila avvocati e di circa un milione di cittadini che raccontano la professione dall'esterno.

Clientela istruita

Da una prima analisi, si rileva che nell'ultimo quinquennio, oltre 4 italiani su 10 (41,9%) hanno adito le vie legali e si tratta principalmente di clientela con elevato grado di istruzione (28% cittadini con scuola media inferiore, 43% scuola media superiore, 47% diploma di laurea o master).

Studi prevalentemente individuali

Il rapporto fotografa inoltre una categoria professionale che si organizza prevalentemente su base individuale (70%), con un unico titolare di studio, fortemente concentrata sull'attività giurisdizionale, radicata su un territorio locale e che raramente si estende fuori provincia o, ancora meno, fuori dei confini nazionali (2,3%).

In netta prevalenza i civilisti (54%) per qualsiasi fascia d’età.

Infine, a risentire della crisi è ben il 44% dell’avvocatura; categoria che nell'immaginario degli italiani mantiene ancora prestigio ma senz'altro minore rispetto a quello che aveva in precedenza.

Alcune soluzioni 

Per il Presidente delle Cassa Nunzio Luciano, i cambiamenti necessari si governano anche con lo strumento del welfare attivo. E’ inoltre necessario abbattere i costi della professione investendo sulla formazione, sulle banche dati ed incentivando l’accesso ai fondi europei.

Per il Ministro Orlando, è invece necessario puntare sulla funzione stragiudiziale, così come è indispensabile la specializzazione per non perdere fette di mercato e contemperare le diverse esigenze tra tutela dei diritti e dinamiche economiche. 

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