Prossima al vaglio del CDM la nuova bozza del decreto crescita e sviluppo

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Il decreto legge su “Misure urgenti per la crescita (Sviluppo economico-Infrastrutture)”, al vaglio del Governo, dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri della prossima settimana, anche se non si esclude un’accelerazione ed un suo primo esame già per venerdì 14 settembre.

L’ultima bozza del decreto, formato da più di 80 articoli, deve ricevere gli ultimi ritocchi, ma soprattutto deve veder sciolto il nodo delle coperture.

Si tratta di un pacchetto cospicuo di provvedimenti per la crescita che ricomprende anche numerose proposte per rilanciare il settore edile. Le misure in arrivo spaziano dal bonus per le infrastrutture alla moneta elettronica, dalle start-up innovative al rinnovato capitolo sulle assicurazioni.

Il credito d’imposta per le infrastrutture si presenta come una misura alternativa alla prima proposta dell’Iva zero che era stata avanzata ad agosto. Con la nuova stesura si vuole mirare a sostenere, con il credito d'imposta entro il limite del 50%, le nuove opere di importo superiore ai 500 milioni, mediante l'utilizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato. Il bonus varrebbe sull'Ires e sull'Irap e verrebbe riconosciuto al titolare del contratto di partenariato sia pubblico che privato “nella misura necessaria al raggiungimento dell'equilibrio del piano economico finanziario e comunque entro il limite massimo del 50% del costo dell'investimento”. Non si escludono, al momento, ulteriori valutazioni sull’argomento da parte del ministero dell’Economia.

Il cuore del decreto allo studio del Governo resta, però, la nascita di un nuovo tipo di società chiamata start-up innovativa. Si tratta di un tipo di società che avrà un’apposita sezione nel Registro delle Imprese e anche una dedicata nel Fondo di garanzia per le Pmi.

Per poter essere definita tale, la società di capitale di diritto italiano dovrà rispettare alcuni requisiti: a partire dal secondo anno di attività, avere un valore totale della produzione annua inferiore a 5 milioni di euro; non distribuire utili e avere come oggetto sociale esclusivo lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti/servizi ad elevato valore tecnologico. La start-up innovativa, inoltre, deve spendere in ricerca e sviluppo più del 30% del maggiore valore tra spese totali e valore della produzione ed almeno un terzo del personale complessivo impiegato deve essere in possesso di dottorato, dottorando o ricercatore presso istituti di ricerca pubblici o privati.

Lo scopo è quello di incentivare l’investimento delle persone fisiche nel capitale sociale di nuove aziende attraverso la detrazione Irpef triennale del 19% della somma investita. L’investimento massimo detraibile è fissato in 500mila euro ed è obbligatorio tenerlo per almeno due anni. Inoltre, è prevista anche l'esenzione Ires del 20% sulla somma investita. In questo caso, la soglia massima d’investimento deducibile è pari a 1,8 milioni di euro per ciascun periodo d’imposta, fermo restando l’obbligo di mantenimento dell’investimento per un periodo minimo di due anni.
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