Per le gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro è responsabile tutto il consiglio di amministrazione

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La Cassazione, con sentenza n. 38991 del 4 novembre 2010, ha confermato la condanna per omicidio colposo dei consiglieri di amministrazione e del direttore di uno stabilimento industriale di Verbania per la morte di alcuni operai avvenuta a seguito dell'esposizione all'amianto.

Gli amministratori sono stati tutti ritenuti responsabili dalla Corte di legittimità in considerazione dell'estrema gravità delle violazioni, reiterate e strutturali, delle disposizioni sull'igiene del lavoro le cui decisioni, di alto livello aziendale, non avrebbero potuto essere delegate.

 Con la decisione, i giudici di legittimità hanno anche riconosciuto come legittimati a costituirsi parte civile gli enti di fatto – nella specie il sindacato - per la richiesta dei danni morali “per la lesione dell'interesse statutariamente perseguito di garantire la salute dei lavoratori nell'ambiente di lavoro, presidiato costituzionalmente dagli articoli 2 e 32 della Costituzione”, e di quelli patrimoniali conseguenti alle “eventuali diminuzioni patrimoniali conseguenti alla riduzione delle adesioni dei lavoratori per il venir meno della fiducia nella capacità rappresentativa dell'istituzione “.
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