Nuove Linee guida Mef per le tariffe TARI 2025
Pubblicato il 20 febbraio 2025
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Il Dipartimento delle Finanze - Mef – ha rilasciato un nuovo aggiornamento delle direttive interpretative riguardanti l'applicazione dell'articolo 1, comma 653, della legge numero 147 del 2013, finalizzato a fornire supporto agli enti locali nell'approvazione dei piani finanziari e delle tariffe della TARI per l'anno 2025.
A tal proposito, va ricordato che a partire dal 2018, i municipi sono tenuti a prendere in considerazione i risultati dei fabbisogni standard per stabilire i costi del servizio di gestione dei rifiuti. Questi costi devono essere completamente coperti dalla TARI, la quale può essere determinata anche come tariffa corrispettiva.
L'ARERA ha fissato le modalità di calcolo attraverso le delibere 443/2019, 363/2021 e 389/2023, introducendo il Metodo Tariffario per il quadriennio 2022-2025 (MTR-2).
Il testo del 10 febbraio 2025, sviluppato con il contributo di IFEL e Sogei S.p.A., mira a delineare il quadro di applicazione delle normative in discussione e a semplificarne la realizzazione da parte dei comuni per una possibile modifica dei piani finanziari per il 2025. Qualora gli enti locali avessero già fissato le tariffe della TARI prima della diffusione di queste linee guida, hanno la possibilità di apportare modifiche in un secondo momento, sempre entro il termine di approvazione del bilancio di previsione, considerando i risultati dei fabbisogni standard.
Fabbisogno standard
Il documento offre istruzioni per la determinazione del fabbisogno standard di ogni comune (o gruppo di comuni), conformemente alle componenti del costo standard per tonnellata stabiliti dalla Commissione Tecnica per i Fabbisogni Standard (CTFS) il 18 novembre 2019, e aggiorna i dati sui fabbisogni standard, elaborati nel 2024 e ratificati dalla CTFS il 17 settembre 2024.
Il fabbisogno standard finale di ogni comune è il risultato del prodotto di due grandezze:
- il costo standard di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti;
- le tonnellate di rifiuti urbani gestite dal servizio.
Per determinare le "risultanze dei fabbisogni standard", si utilizza il "costo standard" per la gestione di una tonnellata di rifiuti. Questo viene calcolato attraverso un modello di regressione statistica che correla i costi registrati in un vasto campione rappresentativo di comuni con le loro variabili di gestione e contestuali che impattano il costo.
Costo standard
Il parametro fondamentale è la valutazione del costo medio nazionale di riferimento per il trattamento di una tonnellata di rifiuti, che nel modello corrisponde al valore dell'"intercetta" nella curva di regressione del costo per tonnellata di rifiuti. Questo valore è fissato a 130,45 euro.
Per ottenere il costo standard di riferimento di ogni comune, a tale valore base occorre aggiungere i differenziali di costo relativi alle seguenti componenti:
- la percentuale di raccolta differenziata,
- la distanza in km fra il comune e gli impianti cui vengono conferite le differenti tipologie di rifiuti urbani
- il numero e la tipologia degli impianti regionali
- la forma di gestione del servizio rifiuti
- i fattori di contesto del comune relativi alle principali caratteristiche, costanti nel tempo o mutevoli solo nel lungo periodo, del contesto demografico, morfologico ed economico comunale (età media della popolazione, percentuale di residenti con titolo universitario, densità media della popolazione, reddito medio complessivo imponibile IRPEF)
- le economie/diseconomie di scala
- le modalità di raccolta dei rifiuti urbani, distinte in domiciliare o “porta a porta”, mediante centri di raccolta e su chiamata
- il cluster o gruppo omogeneo di appartenenza del comune.
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