Modelli di organizzazione, gestione e controllo. Aggiornate le linee guida di Confindustria
Pubblicato il 30 giugno 2021
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E’ del mese di giugno 2021 l’aggiornamento del documento di Confindustria dal titolo “Linee guida per la costruzione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo, ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231”.
Dopo sette anni dalle ultime modifiche, si è arrivati ad una nuova versione del documento che ha ottenuto anche l’approvazione del ministero della Giustizia e che tiene conto delle novità legislative e giurisprudenziali intervenute dopo la revisione del mese di marzo 2014.
Il restyling ha interessato sia la parte generale che quella speciale ed in particolare:
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nella parte generale, è stata effettuata un'analisi degli istituti fondamentali della disciplina ex decreto n. 231/2001 e delle componenti necessarie di un modello organizzativo ed è stato posto l’accento sull’adozione di un approccio integrato nella gestione dei rischi, con uno specifico approfondimento in materia di compliance fiscale;
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nella parte speciale, si sono approfonditi i presidi e i protocolli che si suggerisce alle imprese di implementare all’interno della propria organizzazione per prevenire la commissione delle singole fattispecie di reato presupposto della responsabilità amministrativa degli enti. Per esempio, è stato fatto un elenco delle nuove ipotesi di reato presupposto, partendo dagli ecoreati alle nuove fattispecie contro la Pubblica Amministrazione, fino agli illeciti penali di frode nelle pubbliche forniture e di contrabbando.
Nuove Linee guida 2021 Confindustria, obiettivi
Le Linee guida di Confindustria sui Modelli di organizzazione e gestione rappresentano un punto di riferimento importante per le imprese, i professionisti e tutti coloro che operano nell’ambito della responsabilità delle persone giuridiche derivante da reato.
Il loro obiettivo è quello di:
- offrire alle imprese che abbiano scelto di adottare un modello di organizzazione e gestione una serie di indicazioni e misure ritenute in astratto idonee a rispondere alle esigenze delineate dal decreto 231;
- orientare le imprese nella realizzazione dei suddetti modelli non essendo possiibile costruire delle casistiche astratte da applicare direttamente alle singole realtà operative.
Le novità inserite nell’ultima versione delle Linee guida di Confindustria riguardano:
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I reati tributari;
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il whistleblowing;
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i reati di corruzione;
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la direttiva Pif.
Modelli 231, novità su reati presupposto e whistleblowing
Riguardo ai reati presupposto, le Linee guida mettono in guardia sul fatto che il principio di tassatività di tali reati potrebbe essere messo in discussione, a seguito dell’introduzione della fattispecie di autoriciclaggio.
Infatti, oltre all’orientamento che vede limitata la responsabilità da reato ai soli casi in cui il delitto base dell’autoriciclaggio sia anche uno dei reati presupposto indicati nel decreto 231/2001, Confindustria evidenzia anche l’esistenza di un nuovo secondo indirizzo, secondo cui, invece, la responsabilità sarebbe estesa anche ad ulteriori fattispecie incriminatrici, da cui è derivato il provento illecito. Ciò, ovviamente, con la conseguenza di rendere molto più ampio l’elenco dei reati in oggetto.
In tema di whistleblowing, vengono riportate alcune indicazioni per supportare le imprese nell’inserimento, all’interno del proprio modello 231, di alcune misure idonee a recepire le indicazioni normative in ordine alle modalità di effettuazione e gestione delle segnalazioni.
È stata, poi, data anche una definizione del ruolo dell’Organismo di vigilanza e messo in evidenza come il sistema di gestione del whistleblowing rappresenta una parte del più ampio modello organizzativo di cui l’Organismo di vigilanza è tenuto a monitorare il funzionamento.
L’Odv può essere indicato come destinatario autonomo e indipendente delle segnalazioni; oppure se non individuato come destinatario esclusivo (preferendo il responsabile compliance o un comitato misto con rappresentanti delle Risorse umane, internal audit, ufficio legale), esso deve, comunque, essere coinvolto in via concorrente oppure successiva, per evitare il rischio che il flusso di informazioni generato dal meccanismo di whistleblowing sfugga del tutto al suo monitoraggio.
In tema di reati tributari, anche alla luce del recepimento della direttiva Pif sulle maxifrodi, nell’individuare nel perimetro aziendale le aree a rischio reato, l’attenzione è stata focalizzata sulla gestione degli adempimenti fiscali e sui relativi controlli in funzione preventiva. Uno specifico approfondimento è stato fatto in materia di compliance fiscale.
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