Manovra 2022, dal maxi-emendamento taglio Irpef e Irap e novità per Patent box
Pubblicato il 20 dicembre 2021
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Finalmente dopo una lunga attesa, l’emendamento governativo al Disegno di legge di bilancio 2022, che delinea la riforma dell’Irpef a partire dal prossimo anno, è stato presentato in Senato.
Il correttivo palesa quanto già emerso nei giorni scorsi e definisce alcuni dettagli che attendevano una conferma normativa, tra cui:
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i correttivi per evitare che alcune fasce medie di reddito avrebbero potuto subire degli svantaggi, seppur limitati, nel passaggio dalla vecchia alla nuova Irpef;
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la clausola di salvaguardia per contenere l’effetto incapienza.
La riforma del fisco assume, così, una veste ben delineata con l’addio dell’Irap per le ditte individuali e le partite Iva e la riscrittura completa dell’Irpef.
IRAP, addio dal 2022 per le partite Iva
Il Ddl di bilancio, dopo l’emendamento presentato dal Governo in Commissione bilancio del Senato, se non dovesse subire ulteriori modifiche durante il suo iter di approvazione definitivo, sancisce per legge la tanto auspicata esclusione dal tributo sulle attività produttive per imprenditori e professionisti che esercitano l’attività in forma individuale.
A partire dal periodo d’imposta 2022, infatti, l’Irap non sarà più dovuta dalle persone fisiche esercenti attività commerciali ed arti e professioni.
Così, imprese individuali e professionisti avranno solo un ultimo eventuale adempimento da rispettare: il pagamento del saldo per il periodo di imposta 2021, perchè a partire dal 30 giugno prossimo sarà cancellato il primo acconto 2022 come pure il secondo acconto 2022, previsto per il 30 novembre.
L'eliminazione del tributo non inciderà, però, sul contenzioso in essere in assenza di una specifica disposizione in tal senso.
Obiettivo del correttivo è quello di eliminare il tributo regionale per le realtà di minori dimensioni e, in generale, per i professionisti dato che la norma si riferisce esplicitamente alle persone fisiche.
A decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della Manovra (e dunque dal 2022), visto che i soggetti interessati dall’esonero non possono avere un periodo di imposta diverso dall'anno solare, per le realtà di minore dimensione non sarà più necessario verificare la presenza del presupposto oggettivo del tributo e cioè valutare l'esistenza o meno di una autonoma organizzazione.
Ciò in quanto, la questione legata alla valutazione dell'esistenza o meno di una autonoma organizzazione è stata sempre un elemento controverso in sede giurisprudenziale soprattutto con riferimento al lavoro autonomo, visto che in assenza di autonoma organizzazione, il soggetto non rientrava nell'ambito applicativo dell'Irap.
Irpef, dal 2022 le aliquote passano da 5 a 4
Con l’emendamento presentato in Senato la revisione dell’Irpef, che era già presente del Ddl Bilancio, accoglie alcune novità. Arriva il nuovo sistema delle aliquote divise per scaglioni di reddito, ovvero:
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aliquota al 23% per la fascia di reddito fino a 15 mila euro;
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aliquota al 25% per la fascia di reddito 15-28mila euro;
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aliquota al 35% per la fascia di reddito 28-50mila;
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aliquota al 43% per i redditi superiori a 50mila euro.
Il nuovo impianto sarà operativo dal 1° gennaio, ma gli Enti locali avranno tempo fino al 31 marzo per adeguare le addizionali al sistema a 4 aliquote.
L’emendamento del Governo alla Manovra riscrive anche il sistema delle detrazioni: è stato, infatti, aumentato l’importo e sono state ampliate le fasce di reddito per le quali queste spettano.
Nello specifico: l’importo viene incrementato di 65 euro per i redditi di lavoro dipendente da 25mila a 35mila euro; l’incremento è di 50 euro, invece, per le pensioni da 25mila a 29mila euro; mentre la detrazione aumenta di 50 euro anche per i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendenti da 11mila a 17mila euro.
In generale si parla di detrazioni rafforzate per tutti e, in particolare, per i dipendenti che si vedono inglobare nello sconto base il bonus da 100 euro.
Infatti, il Bonus Irpef di 100 euro resta per i redditi fino a 15mila euro, mentre per i redditi compresi tra 15mila e 28mila euro il bonus rimane a condizione che la somma delle detrazioni spettanti sia superiore all’ammontare dell’imposta lorda.
Ha trovato posto, poi, nel correttivo anche la clausola di salvaguardia per evitare la perdita degli altri sconti ai redditi bassi, ma limitata alle spese 2021.
Nuovo Patent box. La deducibilità dei costi di R&S sale al 110%
Corretto dal Governo anche il regime agevolativo del Patent box.
L’emendamento alla Manovra 2022, prevede che l’incentivo passi dal 90% al 110% per chi sostiene costi di ricerca e sviluppo per software protetti da copyright, brevetti industriali, disegni e modelli.
Tuttavia lo stesso restringe il perimetro di applicazione della norma, escludendo dall’ambito dei beni agevolabili i marchi di impresa e limitandolo, quindi, ai brevetti o ai beni comunque giuridicamente tutelati.
Infatti, nella nuova versione possono usufruire dell'agevolazione coloro che sostengano, direttamente o indirettamente, nello svolgimento della propria attività d'impresa, costi di ricerca e sviluppo finalizzati alla creazione e allo sviluppo dei seguenti beni immateriali: software protetto da copyright, disegni e modelli e brevetti industriali.
Viceversa, i marchi d'impresa, processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, che nella precedente versione erano agevolabili, fuoriescono dal regime.
Novità anche in tema di cumulabilità: viene eliminato il divieto di cumulo tra la deduzione maggiorata del Patent box e il credito d’imposta ricerca e sviluppo per le stesse spese
Infine, l’emendamento consente di recuperare la maggiorazione del 110% sulle spese sostenute dall’ottavo periodo d’imposta precedente a quello nel quale il bene immateriale è coperto da un titolo di privativa industriale
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