Manovra 2020. Arriva il bonus facciate e aumenta la cedolare secca sugli affitti
Pubblicato il 17 ottobre 2019
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Nella Manovra 2020 varata dal Consiglio dei ministri, ampio il capitolo delle detrazioni per gli interventi sulla casa.
Oltre ad essere stati confermati, infatti, i bonus per le ristrutturazioni edilizie, il risparmio energetico, il sisma bonus e il bonus mobili, ha trovato posto nel Documento programmatico di bilancio 2020 (Dpb) anche un nuovo incentivo per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (cosiddetto "bonus facciate”).
Manovra 2020. Nuovo bonus facciate
Questo incentivo assumerà la forma di una detrazione fiscale pari al 90% delle spese sostenute nel corso dell’anno prossimo “per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici”.
Ad essere interessati saranno sia i condomìni che le singole abitazioni, mentre ne sembrano esclusi gli immobili non residenziali. Dunque, si pensa più ad una detrazione Irpef, piuttosto che Ires.
Secondo le parole del ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, l’obiettivo del nuovo incentivo è quello di rendere “più belle le città italiane”; di conseguenza sembrerebbe esclusa la necessità di raggiungere precisi requisiti di isolamento termico o rendimento energetico.
Inoltre, sembra difficile immaginare una detrazione così alta anche per finanziare i semplici interventi di manutenzione ordinaria, come la tinteggiatura, che già beneficia della detrazione del 50% sulle parti comuni condominiali.
Comunque, per conoscere nel dettaglio tutti i particolari del nuovo bonus, si deve attendere il testo della legge, che appunto dovrà precisare in quante rate potrà essere recuperato lo sconto (se in dieci o cinque anni come per gli altri bonus già in vigore) e a quali tipi di intervento sarà abbinato.
Manovra 2020. Proroga bonus per ristrutturazione e risparmio energetico
Nella Manovra per il prossimo anno, confermati molti dei bonus già esistenti anche se in misura inferiore rispetto alle ipotesi circolate nei giorni scorsi.
Per quanto riguarda il generico incentivo sugli interventi di ristrutturazione edilizia, non ha trovato conferma la messa a regime della detrazione del 50%, ma anche per il prossimo anno si proseguirà con la proroga dell’agevolazione come accade ormai dal 2012.
Viene, così, allungata di altri 12 mesi – fino al 31 dicembre 2020 - la detrazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia al 50%, su un tetto massimo di 96 mila euro, da ripartire in dieci quote annuali di pari importo.
Per quanto riguarda il risparmio energetico, prolungato fino a dicembre 2020 anche l’ecobonus per gli interventi di efficienza energetica, come l'installazione di pannelli solari, di impianti dotati di caldaie a condensazione almeno in classe «A», con sistemi di termoregolamentazione evoluti, di micro generatori, di dispositivi per il controllo da remoto degli impianti, con estensione anche per le case popolari. Le percentuali resteranno comprese tra il 50% e il 65%, così come immutati saranno i massimali di spesa.
Nessuna novità, invece, riguarderà i bonus attualmente in scadenza nel 2021, come il sismabonus su parti comuni e l’ecobonus al 70 e 75% riservato a cappotti termici e lavori che migliorano la prestazione energetica dei condomìni. Rimangono ferme, quindi, le regole già in vigore, senza alcun prolungamento per tali incentivi.
Infine, in abbinamento alla detrazione per il recupero del patrimonio edilizio, viene confermata la proroga del bonus mobili. Salvo eventuali modifiche, è confermata, a tutto il 2020, la detrazione per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica elevata, finalizzati all'arredo dell'immobile ristrutturato, su una spesa massima di 10mila euro.
Non si sa bene, invece, quale sarà il destino del cosiddetto bonus verde, che è stato introdotto due anni fa, con un tetto di spesa non superiore a 5 mila euro, comprese le spese di progettazione, e che è finalizzato alla sistemazione dei giardini privati, anche pensili, e delle aree verdi, sempre private.
Manovra 2020. Aumenta la cedolare secca sugli affitti concordati
Il capitolo della Manovra che più tiene in sospeso resta, comunque, quello legato alla casa.
Come ogni anno, il timore è che aumenti il peso delle tasse sui contribuenti. Questa volta a destare preoccupazione è l’ipotesi che dietro l’annunciata fusione fra Imu e Tasi si nasconda il rischio di una "stangata". Pertanto, anche se sembra scongiurata l’idea di una nuova patrimoniale, per i proprietari di immobili resta la paura di nuove tasse.
L’ipotesi che al momento desta più timore, oltre al rincaro delle imposte di registro sui contratti di compravendita, è quella di un aumento della cedolare secca sugli affitti.
Una voce insistente, anche se non è ufficialmente presente nel Documento programmatico di Bilancio, è quella che vedrebbe in aumento del 25% la tassa piatta sugli affitti: la cosiddetta cedolare secca in scadenza nel 2019.
Quindi, se da una parte c’è la speranza che il Governo renda strutturale tale tassa sugli affitti concordati già dal 2020, dall’altra aumenta il timore che l’aliquota venga portata dall’attuale 10% al 12,5%, con un aumento quindi del 25%. L’aliquota è al 21% se la casa è affittata a mercato libero.
- edotto.com – Edicola del 16 ottobre 2019 - Manovra 2020 e Decreto fiscale approvati dal Governo – Pichirallo
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