L'utilizzo dell'appellativo “razzista” non costituisce ingiuria in presenza di trattamento ingiusto

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E' stata annullata, da parte dei giudici di Cassazione, - sentenza n. 29338 del 26 luglio 2010 - la pronuncia con cui il Giudice di pace di Firenze aveva condannato per ingiuria un uomo che aveva apostrofato come “razzisti” degli agenti di Polizia per aver, senza alcun motivo e, quindi, ingiustamente, trattenuto due cittadini nigeriani dopo aver proceduto alla loro identificazione. 

Per la Cassazione, si era trattato del legittimo esercizio del diritto di critica dell'imputato, motivato dall'intento di tutela dei deboli in presenza di un trattamento ingiustificato.
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