Lettere di compliance errate, l’Agenzia delle Entrate corregge

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Lettere di compliance errate, l’Agenzia delle Entrate corregge

Le lettere di compliance ricevute in questi ultimi giorni dai contribuenti, che mostrano possibili anomalie a causa di disallineamenti tra i dati trasmessi, come e-fatture e corrispettivi telematici, con quelli risultanti dai pagamenti elettronici tracciati mediante Pos, saranno annullate.

A rassicurare le molte Partite Iva è la stessa Amministrazione finanziaria, con un comunicato stampa datato 11 ottobre 2023.

Scontrini elettronici e Pos, gli errori commessi

L’Agenzia delle Entrate rende noto che, da alcune segnalazioni giunte da contribuenti e intermediari, è emerso che degli operatori finanziari, obbligati per legge alla trasmissione dei dati relativi ai pagamenti elettronici (Pos), hanno commesso degli errori sulle informazioni inviate.

NOTA BENE: Nello specifico, sono stati riscontrati errori sulle informazioni inviate al Fisco da alcuni operatori finanziari, che hanno segnalato rilevati pagamenti elettronici ricevuti tramite Pos per un importo superiore a quello delle fatture e dei corrispettivi inviati telematicamente.

In altri termini, tali operatori finanziari potrebbero aver commesso delle imprecisioni nella comunicazione dei dati all'Amministrazione finanziaria, inviando dati dei pagamenti elettronici duplicati o triplicati rispetto a quelli effettivamente incassati.

Inoltre, la trasmissione in forma giornaliera ed aggregata dei dati dei pagamenti elettronici ha impedito tecnicamente la rilevazione degli errori nonostante le attività di verifica circa la qualità delle banche dati.

Tutto ciò ha comportato la trasmissione errata di alcune lettere di compliance redatte secondo le regole contenute nel recente provvedimento direttoriale n. 352652 pubblicato il 3 ottobre 2023.

Lettere di compliance errate, il Fisco interviene prontamente

Nel comunicato stampa dell’11 ottobre, si sottolinea come l’Agenzia delle Entrate sia venuta a conoscenza di questa circostanza - non riferibile al proprio operato - solo dopo l’invio delle lettere di compliance relative al confronto tra pagamenti elettronici giornalieri e fatture elettroniche e/o corrispettivi telematici trasmessi.

Infatti, sono stati proprio i contribuenti e i loro intermediari, raggiunti dalle lettere di compliance, a segnalarne alle Entrate l’errato contenuto, probabilmente utilizzando e incrociando le informazioni a loro disposizione con quanto risultante e comunicato dal Fisco.

L’Agenzia si è attivata immediatamente con gli stessi operatori finanziari per individuare nel dettaglio gli errori da loro commessi e nei prossimi giorni invierà ai contribuenti coinvolti una comunicazione di annullamento delle lettere di compliance che riportano dati sbagliati.

Lettere di compliance errate, cosa fare?

Come devono comportarsi i contribuenti coinvolti in questi errori?

In primo luogo, i contribuenti raggiunti dagli avvisi errati, prima di regolarizzare la violazione contestata, ricorrendo al ravvedimento operoso, possono attendere l’eventuale comunicazione di annullamento delle lettere di compliance che riportino dati sbagliati.

Inoltre, considerando che il termine ultimo per perfezionare la procedura di ravvedimento è quello del prossimo 15 dicembre 2023, i contribuenti dovrebbero in ogni caso verificare gli elementi informativi di dettaglio consultabili nel proprio cassetto fiscale o su “fatture e corrispettivi”, concentrandosi sulle presunte anomalie e verificandole alla luce dei dati ritraibili dai propri gestionali.

Lettere di compliance errate, le proteste dei professionisti

Già prima della pubblicazione del comunicato stampa delle Entrate, con il quale si annunciava l’invio delle comunicazioni di annullamento delle lettere di compliance errate, sia il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti che l'Istituto nazionale dei tributaristi e l'Associazione nazionale dei commercialisti avevano inviato delle note di protesta, in cui segnalavano cosa stava accadendo presso i clienti degli studi dei loro iscritti.

I professionisti hanno lamentato come il fatto accaduto dimostri come l’Agenzia non sia in grado effettuare alcun controllo preventivo rispetto alle comunicazioni di irregolarità che vengono inviate ai contribuenti.

A ciò si aggiunga il fatto che l’arrivo delle lettere di compliance errate ha gettato nel panico gli operatori economici e costretto i  professionisti ad un aggravio di lavoro non retribuito per cercare di ricostruire ciò che era accaduto e che, invece - come sottolineano di professionisti - sarebbe competenza di chi deve controllare.

La circostanza che le comunicazioni di anomalia sbagliate siano state inviate perché alcuni operatori finanziari hanno commesso degli errori (effettuando una duplicazione degli invii) non giustifica il fatto che il Fisco abbia inviato una grande quantità di lettere di compliance senza aver effettuato alcun controllo, tale da rilevare l’imprecisione commessa.

Ma c’è di più: alcune comunicazioni sono state emesse segnalando le incongruenze rilevate tra fatturato (o scontrinato) e transazioni elettroniche anche nei confronti di soggetti esentati, per il tipo di attività svolta, dall'emissione dei documenti fiscali come tabaccai, giornalai, venditori di prodotti agricoli.

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