Legittimo licenziare la più giovane e senza famiglia

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Merita conferma la sentenza della Corte d’appello che ha ritenuto legittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo di una dipendente di una società informatica in quanto giovane e senza familiari a carico. Così la sezione lavoro della Corte di Cassazione, con sentenza n. 8237 del 7 aprile 2010, ha rigettato il ricorso inoltrato dalla lavoratrice che riteneva di avere subito un torto dalla società per cui lavorava che aveva deciso di effettuare il licenziamento a seguito di una riorganizzazione aziendale dettata dalla “crisi” ma che nello stesso tempo aveva aumentato la retribuzione dei lavoratori addetti al settore “creativi”.

I giudici della Cassazione hanno accertato che l’azienda ha seguito i criteri stabiliti dall’art. 3 della L. 604/66, circa il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, per il quale questo deve essere un rimedio cui il datore di lavoro può far ricorso solo in mancanza di altre possibili misure. E nella specie il licenziamento per giustificato motivo oggettivo deve ritenersi legittimo posto che si è riscontrata la non pretestuosità della riorganizzazione adottata al fine di ridurre i costi. Legittima è risultata anche la scelta di tagliare i dipendenti del settore amministrativo e di licenziare la più giovane del comparto e priva di carichi di famiglia. Inoltre era stata data prova dell’inutilizzabilità presso un altro reparto per la mancanza nel soggetto delle cognizioni richieste.

Anche in
  • ItaliaOggi, p. 26 – C'è crisi? A casa prima i giovani – Alberici

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