Le sanzioni si applicano anche con norme e motivazioni poco chiare
Autore: Cristina Ricciolini
Pubblicato il 13 marzo 2013
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Con l'ordinanza n. 6189, del 12 marzo 2013, la Corte di Cassazione stabilisce che, anche se la norma è poco chiara, le sanzioni fiscali devono essere pagate dal contribuente. Questo qualora si verifichi l'assenza di una adeguata motivazione da parte del giudice di merito sull'incertezza della norma. Viene così ribaltata la decisione della Ctr che aveva disapplicato le sanzioni per una norma regionale che era stata definita poco chiara.
La Corte specifica che spetta al giudice di merito rilevare l'incertezza normativa oggettiva, anche attraverso una serie di fatti indice – quali, ad esempio, la difficoltà d'individuazione delle disposizioni normative, dovuta magari al difetto di esplicite previsioni di legge; la difficoltà di confezione della formula dichiarativa della norma giuridica; la difficoltà di determinazione del significato della formula dichiarativa individuata; la mancanza di informazioni amministrative o la loro contraddittorietà; la mancanza di una prassi amministrativa o l'adozione di prassi amministrative contrastanti - che dovranno poi essere valutati e accertati nel loro valore indicativo.
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