Le motivazioni per avviare la mobilità riferite all’intera azienda e non alle singole unità produttive

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La Corte di Cassazione, con sentenza n. 22329/2010, si esprime su un’azione di licenziamento collettivo impugnato da alcuni medici, già discusso in appello ove era stato accolto il ricorso e dichiarata l’illegittimità del provvedimento.

La Suprema Corte ha argomentato che nel presentare la motivazione di impossibilità di assorbimento del personale in esubero alle organizzazioni sindacali, si deve far riferimento all’intera organizzazione dell’azienda, non al singolo caso. La comunicazione di mobilità deve, cioè, contenere le indicazioni delle ragioni di eccedenza del personale che non si riferiscono a specifiche unità produttive ma, nel complesso, all’intera situazione aziendale, evidenziando che in riferimento a tale specifica situazione non si possono adottare misure idonee per porvi rimedio. In altri termini, sia la situazione di esubero del personale che quella delle misure atte per limitarla o porvi rimedio non si possono circoscrivere a singole unità produttive, ma devono riguardare l’intera azienda.
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