La relazione di Amirante: l’operato della Consulta non si tocca

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In occasione del consueto incontro con la stampa il presidente della Corte costituzionale, Francesco Amirante, ha sostenuto l’assoluta estraneità della Consulta dalla politica, ribadendo che il solo orientamento è quello “del rispetto e dell'attuazione dei principi costituzionali”.
Buona parte della relazione di Amirante verte sulla difesa di principi costituzionali usando le seguenti parole: “Quando si delegittima un'istituzione, a lungo andare si delegittima lo stesso concetto di istituzione e, privo di istituzioni rispettate, un popolo può anche trasformarsi in una massa amorfa”.
Passa poi a difendere strenuamente il lavoro che compiono i giudici della Corte, più volte accusati dal Parlamento, facendo intendere, senza mai citarla, che si riferisce alla faccenda del Lodo Alfano; egli sostiene che anche quando fu costituita la Corte ci furono dei politici che ritennero una “bizzarria” che quindici persone che non vengono elette direttamente dal popolo ma nominate, potessero avere il potere di annullare una legge emanata dal parlamento. Ma in fondo di bizzarria non si tratta perché l’attività di annullamento di leggi che contrastano con la carta costituzionale rientra nel normale svolgimento dei compiti costituzionale ed avviene sempre nei limiti dei principi in esso contenuti. Inoltre tale procedimento dura da 50 anni ed è stato adottato da molti paesi europei ed extraeuropei.
Links Anche in
  • Il Sole 24 Ore, p. 20 – Amirante: la Consulta non va delegittimata – D. St.

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