Incidenti sul lavoro, in arrivo nuove misure dal Governo

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Incidenti sul lavoro, in arrivo nuove misure dal Governo

Gli infortuni mortali sul lavoro al centro, per la loro drammatica attualità e quotidianità, del dibattito politico degli ultimi giorni.

Le recenti vicende della cronaca portano infatti alla ribalta, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, il problema della sicurezza dei luoghi di lavoro, teatro di incidenti gravissimi nonostante la normativa italiana sia fra le più stringenti e puntuali in Europa.

Non bastano dunque gli sgravi concessi dall’Inail sui premi a fronte di determinati interventi migliorativi per la prevenzione e la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la Convenzione Quadro tra le Regioni e l'Inail, il manuale informativo pubblicato dal Ministero del lavoro, le sanzioni pecuniarie e penali previste in caso di mancato rispetto della normativa del decreto legislativo n. 81/2008, né l’obbligatorietà della nomina del preposto introdotta dalla legge n. 215/2021.

Vediamo ora cosa intende fare il Governo analizzando l’interrogazione parlamentare presentata il 21 febbraio 2024 dal Movimento 5 stelle e l’Informativa che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone ha svolto nella stessa data nel Consiglio dei Ministri.

Interrogazione parlamentare: le soluzioni proposte

Dall’interrogazione parlamentare emerge che nel 2023 le denunce per incidenti mortali sui luoghi di lavoro sono state 1041, per un totale di quasi tre morti al giorno; è palese dunque, secondo la deputata Barzotti, come occorra rispondere con soluzioni eccezionali quali ad esempio la creazione di una Procura nazionale del lavoro che, con magistrati specializzati nella materia, possa accertare la presenza di reati riguardanti gli infortuni sul lavoro e il caporalato, in un’ottica soprattutto di prevenzione.

La Procura nazionale del lavoro garantirebbe dunque maggiore speditezza nel prevenire gli incidenti dando anche una risposta di giustizia alle vittime, troppo spesso penalizzate dallo svolgimento di processi lunghi e per questo, in molti casi, prescritti.

Il Ministro Nordio, in risposta, ha ricordato i passi fatti dal Governo sul problema della sicurezza sul lavoro: l'inserimento dell'obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi, l'introduzione dell'obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali, le conseguenti sanzioni in caso di inosservanza delle disciplina vigente, l'inserimento di disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell'attività ispettiva.

Riguardo la creazione di una Procura nazionale del lavoro, però, il Ministro si è dichiarato perplesso in quanto contrasterebbe con il principio di specializzazione, necessario a suo dire per materie che presuppongono una particolare preparazione da parte dei singoli magistrati.

Informativa del Ministro: incremento delle ispezioni

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone ha svolto, come accennato, un’Informativa al Consiglio dei ministri in merito alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro incentrata soprattutto sull’attività ispettiva effettuata nel corso del 2023 (circa 3700 ispezioni in più rispetto al 2022), mettendo in evidenza le criticità emerse soprattutto nell’ambito delle aziende edili.

Il Ministro ha evidenziato dunque il recente incremento della consistenza delle forze ispettive costituite dal personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, da quello ispettivo del Nucleo carabinieri, dell’Inps e dell’Inail.

Con l’attuale organico, nel 2024 sarà possibile sviluppare un’attività investigativa specifica maggiore del 40% rispetto al 2023 e saranno sbloccate le assunzioni per incrementare il contingente degli ispettori del lavoro, del nucleo ispettivo Carabinieri e del personale ispettivo di Inps e Inail.

Le prossime mosse del Governo

Il Governo è pronto, secondo le parole della Presidente Giorgia Meloni, a varare regole più stringenti su appalti e lavoro nero per garantire più tutele e sicurezza, estendendo agli appalti privati la normativa degli appalti pubblici, sopra una determinata soglia, come da tempo chiedono i sindacati.

All’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri sarà inserito dunque un provvedimento organico per il potenziamento della tutela in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il coordinamento e il rafforzamento delle attività ispettive e del sistema sanzionatorio in relazione al subappalto, alla somministrazione illecita e fraudolenta, alla qualificazione delle imprese, alla formazione del datore di lavoro e dei lavoratori e alla salvaguardia delle imprese regolari.

Tra le misure allo studio:

  • una norma di coordinamento delle procure sulle attività di indagini per i reati in materia di lavoro e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
  • l’inasprimento delle attuali sanzioni amministrative in materia di lavoro nero;
  • la penalizzazione delle sanzioni in materia di appalto, subappalto e somministrazione illecita;
  • l’interdizione dagli appalti da due a cinque anni in caso di gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro o di accertata responsabilità penale per reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
  • la sospensione e decadenza dai benefici fiscali e contributivi per le imprese irregolari;
  • la valutazione di congruità del costo della manodopera in relazione al costo dell’intero appalto.

Nessuna introduzione però, come già anticipato dal Ministro Nordio nel corso dell’interrogazione di cui sopra si è parlato, di un nuovo reato di omicidio sul lavoro, e nessuna creazione di una procura nazionale ad hoc.

Qualche considerazione

La storia dimostra che inasprire le pene, in questo come in altri casi, non sempre si rivela essere la strada preferibile per contrastare il dilagare dei reati; meglio sarebbe forse far sì che quelle attualmente previste fossero applicate con la necessaria severità.

Poiché, inoltre, non è possibile controllare tutti i luoghi di lavoro, un punto di partenza nella soluzione del problema potrebbe essere individuato nella formazione di tutti i soggetti coinvolti nelle varie attività.

Se si dà uno sguardo all’evoluzione del quadro normativo a partire dal Testo Unico, una delle iniziative più interessanti e mirate a contenere gli infortuni può essere individuata proprio nella formazione, che la modifica apportata dal decreto legge 146/2021 rende obbligatoria anche nei confronti dei datori di lavoro.

La formazione dunque, è da lì che bisognerebbe partire: formazione di datori di lavoro e lavoratori sulla normativa di riferimento, sui rischi connessi alle lavorazioni, in modo da ottenere un’adeguata conoscenza di tutti i dispositivi di prevenzione specifici per la propria area di intervento.

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