Inaugurazione anno giudiziario Camere penali
Pubblicato il 13 febbraio 2017
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Camere penali Separazione carriere e riforma ordinamento penitenziario
E’ necessario provvedere, con legge popolare, alla separazione delle carriere tra giudici e Pm, nonché, ad uno stralcio della riforma del processo penale, soprattutto nella parte dell’ordinamento penitenziario.
Sono le posizioni espresse dal Presidente delle Camere penali Beniamino Migliucci in occasione dell’Inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti, a Matera il 10 e 11 febbraio 2017.
La raccolta di firme per il Ddl che disciplini la separazione dei poteri tra giudici e Pm, tra l’altro con la previsione di due Csm, rappresenta – secondo Migliucci - un cambio di strategia rispetto al referendum, per mettere in campo una riforma organica, che altrimenti non sarebbe possibile. D’altra parte l’unitarietà della giurisdizione – prosegue – è un concetto autoritario, mentre la terzietà del giudice è questione nota a tutti i paesi che hanno adottato un codice accusatorio; opinione che si va facendo strada anche tra la stessa magistratura.
Ed ancora, Migliucci condivide le preoccupazioni dei vertici delle procure, sulla riforma della magistratura onoraria - che ne sguarnirebbe e dequalificherebbe il lavoro – in nome di una giustizia penale che “non può abdicare ad esigenze minime di efficienza”.
Proclama inoltre l’urgenza di approvare il Ddl sulla riforma del processo penale, quantomeno – consapevole delle difficoltà in questo scorcio di legislatura – per la parte sull’ordinamento penitenziario. Mentre si dichiara contrario alla possibile riduzione dei gradi di giudizio nei procedimenti di immigrazione e per il riconoscimento di status di rifugiato.
Canzio Imputazioni troppo discrezionali Controllo giurisdizionale
In parte differenti le posizioni espresse dal Presidente della Cassazione Giovanni Canzio – nel corso della medesima cerimonia di inaugurazione – che punta innanzitutto il dito sulla eccessiva discrezionalità dei Pm nella scelta delle imputazioni; per cui andrebbe spalancata una finestra di controllo giurisdizionale, soprattutto quando dalla scelta derivino conseguenze sia in termini di rito che di strumenti di indagine. Dopo aver analiticamente esemplificato le relative criticità, Canzio auspica dunque un’estensione del controllo da parte del giudice, piuttosto che il rafforzamento delle possibilità di intervento della Procura generale.
No separazione carriere
Il Primo Presidente si dice altresì contrario alla separazione delle carriere tra giudici e Pm, con valutazione assai severa circa la riforma c.d. Castelli del 2006 (che detta separazione contempla), che conduce, a suo dire, ad una sorta di segregazione culturale del Pubblico ministero.
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