I dubbi del Fisco sul privilegio
Autore: eDotto
Pubblicato il 14 aprile 2008
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L’autore dell’articolo interviene a sollevare alcuni problemi nati con la risoluzione delle Entrate n. 127 del 3 aprile 2008, emessa in merito al credito del professionista ammesso al passivo nel fallimento o considerato tra i creditori in caso di concordato preventivo. In tali situazioni il professionista emette una fattura pro-forma per via dal fatto che l’importo potrebbe non essere pagato. I problemi sono: cosa chiedere alla procedura e come comportarsi in caso di pagamento parziale del solo imponibile. Nella risoluzione dell’Agenzia si spiega che se l’importo liquidato dal giudice fallimentare è inferiore all’ammontare del credito professionale, comprensivo di Iva, il professionista al momento dell’emissione della fattura ridurrà proporzionalmente la base imponibile e la relativa imposta. Ma la soluzione di emettere la fattura per la prestazione professionale indicando quale base imponibile l’intero importo ricevuto dal curatore sul quale determinare l’Iva relativa e, nel contempo, recuperare con una nota di variazione l’imposta effettivamente non recuperata, non è condivisibile: il professionista non deve chiedere in sede di ammissione il privilegio per Iva e contributo su fattura da emettere, poiché sarebbe respinto, ma dovrebbe richiedere l’Iva in prededuzione.
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