Fringe benefits 2024 con nuove soglie di esenzione: la mappa degli adempimenti

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Fringe benefits 2024 con nuove soglie di esenzione: la mappa degli adempimenti

La pubblicazione della circolare dell’attesa circolare dell’Agenzia delle Entrate, la n. 5 del 7 marzo 2024, conferisce operatività piena alle disposizioni della legge di Bilancio 2024 in merito ai limiti di esenzione fiscale (e contributiva) dei fringe benefits concessi ai lavoratori dipendenti nel 2024.

Auto aziendali, polizze assicurative, cellulari aziendali, abitazioni in uso, sono solo alcuni, dei fringe benefits, i più diffusi, ma la casistica è ampia e varia.

Si tratta, in linea generale, di compensi in natura connessi alla messa a disposizione di beni e/o servizi a favore di uno o più dipendenti sulla base all’accordo individuale stretto tra datore di lavoro e lavoratore all’atto dell’assunzione o, successivamente, nel corso del rapporto di lavoro.

I compensi erogati come fringe benefits hanno natura retributiva, rientrano nel reddito imponibile e sono valutati in base al "valore normale" dei beni e servizi concessi.

A regime, la soglia di esenzione, fiscale e contributiva, dei fringe benefit è di 258,23 euro, ma negli ultimi anni, in deroga alle previsioni del TUIR (articolo 51, comma 3, prima parte del terzo periodo, decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917), la stessa è stata oggetto di diverse variazioni, da ultimo, previste dalla legge di Bilancio 2024.

Cosa è previsto per il periodo d’imposta 2024 e quali sono gli adempimenti da assolvere per ottenere i benefici fiscali e contributivi?

Forniamo di seguito il quadro completo, in versione schematica, delle regole da osservare per il periodo d’imposta 2024 anche con l’aiuto della grafica.

Per una panoramica generale, leggi: Fringe benefit, cosa cambia nel 2024

Limiti di esenzione per il periodo d’imposta 2024

Per il periodo d’imposta 2024 (articolo 1, comma 16, legge di Bilancio 2024) non concorrono a formare il reddito:

  1. il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti;
  2. le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dipendenti per:
  • il pagamento di utenze domestiche (acqua, luce, gas);
  • l'affitto dell’abitazione principale (solo relativamente al canone registrato, con esclusione delle spese relative a imposte di registro e di bollo);
  • gli interessi passivi pagati sul mutuo relativamente all’abitazione principale.

In deroga alle previsioni del TUIR, il limite complessivo di esenzione fiscale (e contributiva) è di

  • 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figli a carico;
  • 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati
Figli fiscalmente a carico: I figli non devono essere titolari di un reddito annuo superiore a 4.000 euro se di età inferiore ai 24 anni, o a 2.840,51 euro se di età pari o superiore ai 24 anni. La condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata con riferimento al periodo d’imposta 2023, appurando, in particolare, evidenzia l'Agenzia delle Entrate, il superamento o meno del limite reddituale alla data del 31 dicembre 2023.

Limiti di esenzione e CCNL

La Fondazione Studi Consulenti del lavoro (approfondimento del 22 febbraio 2024) ha sottolineato che "nell’erogazione dei fringe benefit il datore di lavoro e il lavoratore devono fare attenzione affinché vengano rispettati tutti i limiti e le soglie previste dalla normativa in vigore, oltre ad eventuali disposizioni della contrattazione collettiva applicata al rapporto (una fra tutte il CCNL Metalmeccanica Industria, che ha introdotto l’obbligo per i datori di lavoro di mettere a disposizione dei lavoratori strumenti di welfare di un valore di 200,00 euro che, se destinati a beni e servizi di cui all’art. 51, comma 3, del TUIR, rientrano all’interno del plafond)".

Adempimenti del lavoratore e del datore di lavoro

Il lavoratore con figli fiscalmente a carico, per fruire del beneficio, è tenuto a trasmettere al datore di lavoro apposita autocertificazione, indicando anche i rispettivi codici fiscali e avendo cura di comunicare (prontamente, sottolinea l’Agenzia delle Entrate) eventuali variazioni delle condizioni verificatesi in corso d’anno.

NOTA BENE: In tale caso il beneficio non spettante è recuperato dal sostituto d’imposta dagli emolumenti corrisposti nei periodi di paga successivi a quello nel quale è resa la comunicazione e, comunque, entro i termini di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno o di fine rapporto, nel caso di cessazione dello stesso nel corso del 2023.

Il lavoratore deve inoltre inviare al datore di lavoro la documentazione della somma spesa, necessaria al datore di lavoro per giustificare la sua inclusione nel limite di esenzione o, in alternativa, una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti il ricorrere dei presupposti per fruire dell’esenzione.

In aggiunta, il lavoratore deve trasmettere al datore di lavoro una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti la circostanza che le somme portate a rimborso non siano già state oggetto di richiesta di rimborso, totale o parziale, non solo presso il medesimo datore di lavoro, ma anche presso altri.

Di tutta la documentazione il datore di lavoro/sostituto d’imposta è tenuto a conservare copia da esibire per eventuali controlli da parte degli organi di vigilanza.

Il datore di lavoro è inoltre tenuto a trasmettere una informativa alle rappresentanze sindacali unitarie, se presenti.

Il legislatore prevede che l’informativa alle RSU sia trasmessa in via preventiva, ma l’Agenzia delle Entrate ha confermato che la stessa può essere inviata entro la chiusura del periodo d’imposta.

ATTENZIONE: Il lavoratore non può beneficiare di altre agevolazioni previste per le medesime spese (ad esempio detrazioni fiscali per gli interessi passivi pagati sul mutuo acceso per l’abitazione principale o dei canoni di locazione).

Gestione dei fringe benefits 2024- Infografica

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