Diritti CdC, affiorano i rincari

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Tra i rincari dei prezzi lamentati dai consumatori negli ultimi tempi vengono additati al primo posto i mutui, i generi di prima necessità, l’energia e quasi mai viene fatto esplicito riferimento ad una voce di costo comunque molto importante perché presente in tutti i bilanci delle società: il diritto annuale dovuto per l’iscrizione al Registro delle imprese delle camere di commercio. Ora che si sta per riavvicinare la data di scadenza del diritto, fissata al 16 giugno in concomitanza con il primo termine per le dichiarazioni dei redditi relative al 2007, il problema appare in tutta la sua grandezza. Ci sono casi, infatti, in cui la somma da pagare a giugno 2008 è addirittura il quadruplo di quella corrisposta lo scorso anno. Il rincaro è da imputare a più fronti: da un lato sono stati rivisti gli importi in misura fissa, dall’altro sono stati modificati gli scaglioni di fatturato con le relative aliquote, oltre a venire meno la “clausola di salvaguardia” che serviva a prevenire incrementi eccessivi tra un anno e l’altro. Gli incrementi penalizzano un po’ tutti gli operatori medio-grandi, eccezion fatta per le società di capitali con fatturato fino a 3,5 milioni di euro. Il fatto è che l’applicazione della clausola di salvaguardia ha congelato gli aumenti degli anni passati che ora, invece, sono esplosi con la sua eliminazione, creando in alcuni casi situazioni paradossali con incrementi che si avvicinano addirittura al 400 per cento.
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