Dirigente preposto, sceglie il Cda
Pubblicato il 09 gennaio 2008
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Le società quotate hanno l’obbligo di nominare - attribuendo verosimilmente questo potere all’organo amministrativo, che ha competenza sull’assetto organizzativo - il dirigente preposto, figura appena introdotta nel diritto societario dalla riforma del risparmio. Confindustria ha redatto le Linee guida, con l’ambizione di fare da riferimento per l’applicazione uniforme da parte delle società obbligate: il preposto dovrà essere collocato al livello più elevato della gerarchia aziendale, alle dirette dipendenze dell’organo amministrativo o dell’amministratore delegato. La responsabilità del dirigente preposto non è alternativa all’onere che fa carico agli amministratori e si può configurare tanto sul piano civile (responsabilità per risarcimento danni nei confronti della società, dei creditori sociali o del singolo socio), quanto su quello penale (responsabilità per reati come il falso in bilancio, l’infedeltà o l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza). Come sostengono le Linee guida di Confindustria, esulano dalle competenze del dirigente preposto “i profili di merito inerenti alla garanzia della veridicità dei dati rappresentati (per esempio in relazione alle poste di bilancio valutate in applicazione dei principi contabili internazionali)”.
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