Decreto fiscale, emendamenti. Sanatoria per gli avvisi bonari

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Tra gli emendamenti al decreto fiscale, presentati in commissione Finanze al Senato, c'è quello dell'allargamento della pace fiscale agli avvisi bonari in caso di omesso versamento d’imposta per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi.

Sono proposte anche:

• una sanatoria, attraverso il pagamento di 150 euro per ogni anno d’imposta, per le irregolarità formali che non abbiano comportato un minor versamento d’imposte commesse per l’interpretazione o applicazione del reverse charge o delle altre norme di legge in materia tributaria, relativamente al periodo d'imposta 1° gennaio 2013 - 31 dicembre 2017;
• la definizione dei Pvc consegnati entro la data di entrata in vigore della legge di conversione e non del decreto fiscale (24 ottobre 2018);
• la definizione parziale dei Pvc, con eliminazione dell’obbligo di definizione integrale;
• la sanatoria anche alle entrate degli enti locali come l’Imu e la Tasi;
• un’imposta dell’1,5% su tutti i trasferimenti di denaro verso Paesi extra Ue tramite money transfer;
• l'estensione dell'adempimento collaborativo, la cooperative compliance, a tutte le società partecipanti al gruppo Iva, anche nel caso in cui l'opzione per il gruppo Iva venga esercitata da un soggetto che abbia già aderito al regime.

Fuga dopo la prima rata

È proposto anche un rimedio per la questione del rischio di fuga dopo la prima rata, sollevata dalla Corte dei conti: "È infatti possibile che il pagamento della sola prima rata sia utilizzato per fruire dei benefici che derivano dal perfezionamento della richiesta di definizione (cancellazione di sanzioni, eventuali misure cautelari in essere ecc) e, comunque, per procastinare gli atti di riscossione che, secondo l’ordinaria procedura, avrebbero fatto seguito al verbale di accertamento".

Si pensa di considerare la definizione agevolata come perfezionata con il pagamento della metà dell’importo e non più della sola prima rata.