Correttivi, non è detto che a un maggior costo corrisponda un maggior ricavo
Autore: Gioia Lupoi
Pubblicato il 02 aprile 2011
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All’indomani della riunione degli esperti degli studi di settore, in cui Sose e Entrate hanno illustrato i correttivi di Gerico 2011, professionisti e associazioni hanno commentato che non è accettabile l’automatismo "più costi, più ricavi". All’aumento dei costi corrisponde l’aumento degli adempimenti e, quindi, meno ricavi.
Nello specifico, il consigliere nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili con delega alla fiscalità, D'Imperio, spiega che “spostare l'obiettivo della valutazione dai ricavi ai costi rischia in taluni casi di portare a conclusioni affrettate. In generale i costi non sono diminuiti per effetto della crisi. Anzi, con l'incremento degli adempimenti telematici degli ultimi due anni i professionisti hanno dovuto sobbarcarsi maggiori oneri tra personale, software e aggiornamento”, e parallelamente non sono cresciuti quanto dovevano gli introiti.
Dal lato consulenti del lavoro si fa presente che ogni professionista ha la sua storia, sia in ottica al correttivo individuale sia a quello inerente le difficoltà negli incassi e i livelli delle tariffe, così il quadro è talmente eterogeneo che un modello troppo rigido non si addice.
- ItaliaOggi, p. 30 - Correttivi, cautela nell’uso - Stroppa
- Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 28 - Le categorie: sui correttivi non vogliamo automatismi - Cavestri
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