Confisca immobile intestato alla ex
Pubblicato il 23 agosto 2016
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La Corte di Cassazione, terza sezione penale, ha confermato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, di un immobile intestato alla moglie ma pagato con denaro dell’ex marito, indagato per frode tributaria. Ciò, respingendo il ricorso della donna intestataria dell’immobile, avverso l’ordinanza che ha negato il riesame della disposta misura cautelare.
Sul punto, la Corte ribadisce innanzitutto che la presunzione di fittizietà dei trasferimenti nei confronti del coniuge, si riferisce alle sole misure di prevenzione e non può trovare applicazione nel diverso settore delle misure reali in materia tributaria.
Pur tuttavia, l’ordinanza qui impugnata contiene elementi concreti e tutt’altro che apparenti, indicativi dell’attribuibilità dell’immobile della ricorrente, al marito separato.
Separazione solo formale
Trattasi nella specie, difatti, di una separazione solamente formale tra i coniugi, alla luce delle cointeressenze economiche tra i due, non solo proseguite ma anche sorte ex novo, nonché della residenza comune, presso la medesima località.
Marito paga mutuo Dunque titolare
La Suprema Corte pone inoltre in evidenza la sproporzione del mutuo concesso alla donna per l’acquisto dell’immobile, rispetto alle capacità economiche della stessa, nonché la fonte della provvista per pagarne le rate, proveniente da bonifici disposti sia dal marito, sia dalle società coinvolte nel meccanismo della frode tributaria.
In sostanza dunque – conclude la Corte con sentenza n. 35202 del 22 agosto 2016 – il tribunale cautelare ha correttamente motivato non solo che la donna non avesse le provviste necessarie per entrare nella disponibilità del bene a lei formalmente intestato (e ciò sarebbe evidentemente sufficiente), ma anche in ordine al fatto che l’acquisto sarebbe avvenuto con disponibilità finanziarie sostanzialmente riconducibili all'indagato, pervenendo quindi alla logica conclusione dell’effettiva titolarità in capo allo stesso.
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