Concordato preventivo biennale: calcolo del reddito proposto

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Concordato preventivo biennale: calcolo del reddito proposto

Il Decreto legislativo n. 13/2024, di attuazione della riforma fiscale (legge n. 111/2023) ha introdotto l’istituto del concordato preventivo biennale: in pratica il Fisco proporrà a titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo derivante dall'esercizio di arti e professioni in Italia e che, con riferimento al periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce la proposta, non hanno debiti tributari ovvero, prima della scadenza del termine per aderire al Concordato, hanno estinto quelli d’importo complessivamente pari o superiori a 5.000 euro (compresi interessi e sanzioni), la definizione biennale del reddito.

Il nuovo concordato preventivo biennale si applica dal periodo di imposta 2024. Entro il l 15 giugno verrà reso disponibile il software attraverso cui comunicare al fisco i dati rilevanti per l’elaborazione della proposta. L’accettazione del patto, per il biennio2024-2025, dovrà essere comunicata entro il 15 ottobre 2024.

Si attende, al fine di avere un quadro più preciso dell’istituto, il decreto del Ministero delle Finanze contenente la definizione della metodologia di calcolo di tali proposte.

In attesa, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso un documento con gli aspetti tecnici riguardanti la misura stilato dalla Commissione di esperti – composta da Organizzazioni economiche di categoria, Ordini professionali e Guardia di Finanza - riunita il 15 marzo 2024.

Concordato preventivo biennale: chi riguarda

Ricordiamo che il concordato preventivo biennale viene proposto a chi si trova nelle seguenti condizioni:

  • non ha debiti fiscali di rilevante entità nei confronti dell’Erario;
  • ha regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi;
  • non ha condanne passate in giudicato per reati fiscali, societari o di riciclaggio/autoriciclaggio.

Dal documento esposto dalla Commissione di esperti si comprende quale sia la metodologia per la definizione della proposta concordataria.

CPB: Criteri di elaborazione della proposta

La proposta presentata ai contribuenti ISA dovrebbe basarsi sui seguenti criteri:

  • base imponibile del concordato preventivo biennale (CPB) relativamente al periodo d’imposta 2023;
  • storia reddituale del contribuente nell’ultimo triennio;
  • eventuali maggiori componenti reddituali;
  • proiezioni PIL;
  • riferimenti reddituali minimi settoriali.

Vediamo nello specifico i vari dati.

Base imponibile del CPB

Quanto alla base imponibile del CPB, per periodi d’imposta 2024 e 2025, la proposta ne considera due:

  • il reddito d’impresa o reddito di lavoro autonomo rilevante ai fini delle imposte sui redditi, al netto dei redditi o quote di redditi relativi a partecipazioni;
  • il valore della produzione netta rilevante ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive.

NOTA BENE: Le basi imponibili saranno considerate al netto del saldo tra le plusvalenze, le sopravvenienze attive, le minusvalenze e le sopravvenienze passive del periodo d’imposta di riferimento determinando una corrispondente variazione del reddito concordato.

La definizione del valore della produzione netta concordataria verrà definita sulla base di quanto previsto per il reddito rilevante ai fini delle imposte dirette.

Maggiori componenti reddituali

Con riferimento agli eventuali maggiori componenti reddituali, l’Agenzia delle Entrate effettuerà una valutazione economica dei risultati raggiunti nel periodo d’imposta 2023 sulla base dei dati dichiarati dal contribuente, attraverso lo strumento di compliance ISA in fase di dichiarazione 2024.

Infatti, l’Agenzia delle Entrate, con l’approvazione del modello ISA 2024, periodo d’imposta 2023, ha anche validato il quadro P utile per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini della elaborazione della proposta di concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2024 e 2025 nonché per l’accettazione dello stesso.

Qualora non venga raggiunta la piena affidabilità fiscale, per la determinazione della proposta del CPB, si individuano due elementi valutativi strettamente connessi alla tipologia degli indicatori elementari:

1) migliorabili direttamente attraverso le ulteriori componenti positive;

2) migliorabili indirettamente attraverso l’utilizzo combinato di indicatori consentendo una rivalutazione per arrivare alla quantificazione indiretta della quota aggiuntiva di reddito ai fini della determinazione della proposta concordataria.

La maggiore stima risultante viene moltiplicata per un coefficiente benchmark: questo consiste in un valore modale di riferimento della distribuzione nel settore, ottenuta dal rapporto tra il valore aggiunto dichiarato e quello stimato dei contribuenti pienamente affidabili.

Anche il dato relativo alla redditività del contribuente nei periodi d’imposta precedenti a quello di applicazione concorrerà alla determinazione della proposta concordataria: sarà preso l’andamento del reddito operativo realizzato dal contribuente nelle ultime tre annualità.

Il rapporto tra tale media e il reddito dell’anno di applicazione determinerà un coefficiente di rivalutazione della base concordataria.

Riferimenti reddituali minimi settoriali e PIL

Altro dato su cui rapportare la base del CPB è il riferimento minimo reddituale in relazione al settore di appartenenza del contribuente: si tratta dell’analisi delle spese per lavoro dipendente dichiarate dalle medesime imprese ISA con riferimento alla forza lavoro dipendente impiegata.

Infine, entrano in gioco anche le proiezioni macroeconomiche: la base della proposta determinata con i metodi spiegati sopra verrà rivalutata utilizzando detti dati.

Al momento il Fisco sta considerando come parametro di proiezione la previsione macroeconomica di crescita del PIL ossia per il periodo di imposta 2024: 0,6% e per il 2025 l’1,1%.

Da quanto esporto, si comprende che obiettivo del CPB è condurre chi aderisce alla proposta ad avere la piena affidabilità fiscale, pari a 10. Il cammino, come si sa, verrà compiuto nelle due annualità.

Sulla convenienza o meno del concordato preventivo biennale occorre attendere i canoni determinati dai decreti del Mef.

L’adesione alla proposta dovrà essere data entro il 15 ottobre 2024.

Il ministero delle Finanze dovrà anche individuare determinate circostanze particolari che permetteranno di uscire dal concordato durante il biennio di applicazione.

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