Commercialista sospeso se consiglia al cliente come eludere la legge

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Commercialista sospeso se consiglia al cliente come eludere la legge

Il commercialista che, nell’esercizio della sua professione, consiglia al cliente le operazioni da porre in essere per trasferire il suo patrimonio e, dunque, eludere la legge, rischia l’interdizione dalla professione per il massimo tempo consentito.

Lo sancisce la Corte di Cassazione nella sentenza n. 50065 del 6 novembre 2018, con la quale è stato respinto il ricorso presentato da un professionista e confermata la misura cautelare decisa dal Tribunale del riesame di Bologna, che aveva disposto per l’imputato il divieto di esercitare la professione di commercialista per dodici mesi, ritenendo sussistenti sia i gravi indizi di colpevolezza che appunto le esigenze cautelari.

La decisione dei Supremi giudici non ha tenuto affatto conto della tesi difensiva del legale del professionista, secondo la quale quest’ultimo non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nelle attività illecite dei clienti, soprattutto in quella del riciclaggio del denaro sporco (tra i clienti del professionista anche una famiglia di pregiudicati).

Per la Corte vi è una aggravante nel comportamento dell’imputato: aver agito in virtù della sua preparazione professionale.

Il fatto che i reati contestati al commercialista siano stati ideati e attuati proprio in virtù della sua preparazione (grazie alle sue conoscenze aveva suggerito al cliente come ovviare ai rigori della legge) fa ritenere corretto il divieto di esercitare l’attività professionale, anche alla luce del fatto che, in passato, l'uomo era stato accusato per bancarotta.

A ciò, secondo i Giudici di legittimità, si deve aggiungere anche un altro aspetto rilevante riguardante il comportamento del ricorrente, che ben si guardò dall’effettuare la segnalazione prevista dalla normativa antiriclaggio.

Infine, nella sentenza n. 50065/2018 si legge che è da considerare corretta anche la durata della misura cautelare decisa per il professionista. L’interdizione di dodici mesi risulta, infatti, consona rispetto alla qualità e quantità dei fatti commessi nell’attività professionale.

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