CNDCEC: guida alla fiscalità diretta nelle cooperative agricole

Pubblicato il



CNDCEC: guida alla fiscalità diretta nelle cooperative agricole

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) ha pubblicato l’Informativa n. 52 del 1° aprile 2025, con la quale presenta il nuovo documento intitolato “L’imposizione diretta nelle cooperative agricole”.

Il documento, redatto dalla Commissione “Fiscalità delle imprese agricole”, nasce con l’obiettivo di fornire un supporto operativo ai professionisti nella fase di determinazione delle imposte di esercizio delle cooperative agricole. In un contesto normativo complesso e in continua evoluzione, l’elaborato si propone di chiarire i principali dubbi interpretativi in materia di imposte sui redditi e IRAP, offrendo uno strumento tecnico utile in particolare in fase di redazione dei bilanci.

Il documento del 28 marzo 2025 si rivolge in particolare ai commercialisti e agli operatori che assistono cooperative agricole nella gestione fiscale e contabile.

Con uno sguardo anche alla riforma fiscale in atto, il documento intende rappresentare un contributo per una futura semplificazione e sistematizzazione delle agevolazioni tributarie applicabili al comparto cooperativo agricolo.

Impresa cooperativa agricola

L’impresa cooperativa agricola è una particolare forma di società a capitale variabile, fondata sul principio della mutualità, il quale rappresenta il suo tratto distintivo. La mutualità si realizza attraverso la partecipazione attiva dei soci alla vita economica dell’organizzazione, con lo scopo primario non di generare profitto, ma di fornire servizi e benefici diretti ai soci stessi, i quali sono al contempo membri e destinatari dell’attività svolta dalla cooperativa.

Il riconoscimento della funzione sociale della cooperazione, sancito dall’art. 45 della Costituzione, ha spinto il legislatore a favorire questo modello imprenditoriale “senza fini di speculazione privata”, assegnandogli un trattamento giuridico e fiscale differenziato rispetto alle società lucrative.

Dal punto di vista civilistico, la disciplina dell’impresa cooperativa ha subito un’evoluzione significativa con la Legge delega 3 ottobre 2001, n. 366 e il successivo Decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 6, che hanno riformato organicamente il diritto societario. In tale ambito, si è data definizione formale alla cooperativa a mutualità prevalente, riconosciuta come “costituzionalmente protetta”. La prevalenza si concretizza quando le relazioni economiche con i soci superano una determinata soglia, generalmente fissata al 50% dei conferimenti, prestazioni lavorative o scambi mutualistici totali.

Nel caso specifico delle cooperative agricole, come previsto dall’art. 2513 del codice civile, la condizione di prevalenza sussiste quando la quantità o il valore dei prodotti conferiti dai soci supera il 50% del totale. Inoltre, per ottenere lo status di cooperativa a mutualità prevalente, lo statuto deve includere specifiche clausole restrittive sui dividendi, sulla remunerazione degli strumenti finanziari, sulla distribuzione delle riserve e sull’obbligo di devoluzione del patrimonio, in caso di scioglimento, ai fondi mutualistici.

Questo inquadramento normativo evidenzia come l’impresa cooperativa agricola rappresenti un modello imprenditoriale sui generis, orientato al soddisfacimento di bisogni collettivi, al coinvolgimento democratico dei soci e a una finalità economica solidale, distinto per natura e finalità rispetto alle imprese capitalistiche tradizionali.

Esercizio dell’attività agricola

L’art. 2135 del codice civile definisce come imprenditore agricolo chi esercita attività di coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e le attività connesse. Queste ultime comprendono operazioni quali la manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti agricoli, nonché la fornitura di beni o servizi che utilizzano in prevalenza le risorse aziendali normalmente impiegate nell’attività agricola.

La legge di orientamento del settore agricolo (D.lgs. 228/2001) ha ampliato tale definizione, riconoscendo la qualifica di imprenditore agricolo anche alle cooperative di imprenditori agricoli e ai loro consorzi, a condizione che utilizzino prevalentemente prodotti dei soci o forniscano loro beni e servizi funzionali al ciclo biologico. In tal modo, è stata sancita la possibilità per le cooperative di assumere la qualifica di imprenditore agricolo anche svolgendo esclusivamente attività connesse, senza obbligo di esercitare direttamente attività agricole primarie.

Infine, le cooperative possono acquisire anche lo status di imprenditore agricolo professionale (IAP), qualora rispettino requisiti statutari specifici, tra cui l’indicazione di società agricola nella denominazione e la presenza di almeno un amministratore-socio iscritto come coltivatore diretto o IAP presso la gestione previdenziale agricola. Questa qualifica riveste rilievo anche ai fini fiscali, incidendo sull’accesso a regimi agevolati nell’ambito dell’imposizione diretta.

Il quadro normativo di favore per le cooperative agricole

Le cooperative agricole godono di un regime fiscale agevolato, previsto sin dalla riforma tributaria degli anni ’70, in coerenza con l’art. 45 della Costituzione che ne tutela la funzione sociale. Tali agevolazioni si applicano solo alle cooperative a mutualità prevalente, cioè quelle che rispettano specifici requisiti statutari (art. 2514 c.c.) e operativi (art. 2513 c.c.), tra cui il conferimento da parte dei soci di oltre il 50% dei prodotti trattati.

Per accedere a tali benefici, è inoltre necessaria l’iscrizione alla sezione dedicata dell’Albo delle cooperative. Il legislatore ha previsto criteri semplificati per particolari tipologie, come le cooperative di allevamento e quelle di conduzione associata di terreni, adeguando la definizione di prevalenza alle caratteristiche delle diverse attività agricole. Questo impianto normativo mira a sostenere lo sviluppo del comparto agricolo cooperativo, riconoscendone il valore economico e sociale.

Finalità e valore del documento del CNDCEC

Nel tempo, la complessità della normativa tributaria e le continue modifiche legislative hanno reso difficile l’applicazione uniforme delle regole fiscali alle cooperative agricole, generando incertezze interpretative anche tra i professionisti del settore. In questo contesto, il documento pubblicato dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti e dalla Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti, a cura della Commissione “Fiscalità delle imprese agricole”, si pone come un riferimento tecnico e operativo di grande utilità.

L’elaborato mira a sistematizzare la disciplina dell’imposizione diretta (IRES e IRAP) delle cooperative agricole, fornendo chiarimenti su temi chiave come le agevolazioni fiscali legate alla mutualità prevalente, la deducibilità dei ristorni, e la corretta compilazione del modello Redditi SC. Oltre alla ricostruzione normativa, il documento si distingue per l’approccio pratico, orientato a supportare i professionisti durante l’elaborazione dei bilanci, momento cruciale per la determinazione delle imposte di esercizio.

Inoltre, con uno sguardo rivolto alla riforma fiscale in corso e all’attuazione della Legge delega n. 111/2023, il testo si propone come base tecnica per il futuro Testo Unico sulle Agevolazioni Tributarie. In quest’ottica, auspica la creazione di una sezione dedicata alle cooperative agricole, in grado di accorpare le norme vigenti in un quadro organico, rendendo più chiara e accessibile la disciplina applicabile a un settore strategico per l’economia e il territorio. Il documento, quindi, non è solo uno strumento interpretativo, ma anche un contributo concreto alla modernizzazione e semplificazione della fiscalità agricola cooperativa.

Allegati

Ricevi GRATIS la nostra newsletter

Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.

Richiedila subito