Cessione. I costi della due diligence sono interamente deducibili

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Oggetto della sentenza n. 225/37/11, a firma della Ctr Lazio, è la deducibilità dei costi per consulenze sostenute da una società nei confronti di una sua controllata in relazione alla cosiddetta azione di due diligence (verifica della situazione economico/finanziaria, patrimoniale e fiscale della controllata stessa).

I giudici romani hanno accolto il ricorso del contribuente e ribaltato il giudizio di primo grado, asserendo che le spese così sostenute sono “necessarie”, non accessorie, alla conclusione dell’accordo, in quanto lo stesso non avrebbe avuto luogo senza tali attività preparatorie.

Si legge, infatti, che per il collegio le spese di due diligence “…non possono considerarsi oneri accessori sostenuti in occasione della cessione, non avendo all’evidenza niente a che fare con oneri “accessori” quali spese notarili, provvigioni a mediatori e simili, e non essendo stati sostenuti “in occasione” della cessione ma quale suo presupposto”.

Dunque, sono da considerarsi indeducibili solo quei costi direttamente dipendenti dalla cessione, non le spese sostenute per le attività propedeutiche. Ciò vale anche per i costi sostenuti per la cessione di una partecipazione che gode del regime speciale PEX previsto dall’articolo 87 del Tuir, che sono da considerare interamente deducibili dal reddito di impresa.
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