Blockchain per un albo unico delle professioni

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Blockchain per un albo unico delle professioni

Si è tenuto il 22 maggio, nell’ambito del Forum PA 2018 di Roma, un convegno in tema di “Blockchain per la riprogettazione dei processi e la sicurezza delle transazioni nella PA”.

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con AGID, l'Agenzia per l’Italia digitale, e Notartel, la società informatica del Notariato.

Nel corso del convegno sono state illustrate le diverse esperienze maturate in Europa e all’estero e che hanno coinvolto le Pubbliche amministrazioni nello sviluppo di soluzioni caratterizzate dall’uso di tecnologie di questo tipo.

La PA, infatti, risulta essere uno dei settori maggiormente interessati dall’innovazione tecnologica del Blockchain, che permette di gestire transazioni sempre più sicure e affidabili, anche per quanto riguarda la garanzia di tutela dei dati personali.

L’occasione è servita per promuovere un confronto sugli scenari applicativi concreti e sui primi dati ed esperienze sul campo.

Notartel: prototipo di registro sperimentale

Notartel, intervenendo ai lavori, ha presentato un prototipo, dalla stessa elaborato, di permissioned Blockchain: l’albo unico delle professioni.

Si tratta di un Registro sperimentale, realizzato come sistema integrato, che consente la condivisione di informazioni qualificate, quale il ruolo di un iscritto a un albo professionale, garantendo la piena autonomia degli ordini di appartenenza per la gestione delle informazioni di loro competenza.

Grazie a questo strumento, verrebbe realizzata una gestione semplificata, associando l’identità digitale a quella del ruolo professionale svolto, nonché certificata, in quanto l’identificazione del soggetto è associata al ruolo riconosciuto dall’ordine preposto.

Il sistema verrebbe gestito dei singoli ordini attraverso la tecnologia blockchain per quanto riguarda l’accesso a quei servizi per cui è richiesta la certificazione dell'iscrizione a quell’albo.

Il presidente di Notartel, Michele Nastri, ha spiegato che si tratta di un progetto pilota che spera possa essere condiviso con tutti gli ordini professionali. Allo stato – ha precisato - è stata già raccolta la disponibilità informale di commercialisti e avvocati.

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