Blocco dei pagamenti ai professionisti. CNF: norma discriminatoria
Pubblicato il 28 ottobre 2025
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Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha espresso forte preoccupazione per la disposizione contenuta nell’articolo 129, comma 10, della Legge di Bilancio 2026, che prevede il blocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni nei confronti dei liberi professionisti non in regola con i propri obblighi fiscali e contributivi.
E' quanto si apprende da una nota pubblicata sul sito del CNF il 27 ottobre 2025.
Blocco dei pagamenti: l'allarme del CNF
La norma impone ai professionisti, al momento dell’emissione della fattura, di allegare la documentazione che attesti la regolarità fiscale e previdenziale. In assenza di tale documentazione, l’amministrazione non potrà procedere al pagamento del compenso.
Le critiche del Consiglio Nazionale Forense
Il CNF definisce la disposizione vessatoria e discriminatoria, rilevando che crea una ingiusta disparità di trattamento tra professionisti e dipendenti pubblici. Questi ultimi, infatti, pur in presenza di eventuali inadempienze fiscali, non subiscono alcuna sospensione della retribuzione.
“Chiediamo al Governo la soppressione di questa norma, che introdurrebbe un fattore di ingiusta discriminazione tra categorie di lavoratori”, ha dichiarato Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense. “Un avvocato potrebbe vedersi negato il compenso per un’irregolarità anche minima, mentre un dipendente pubblico, anche inadempiente, continuerebbe a percepire il proprio stipendio”.
Rischi pratici e ricadute sull’attività forense
Secondo il CNF, il nuovo meccanismo potrebbe generare ritardi, contenziosi e incertezze operative nei rapporti con le amministrazioni pubbliche, oltre a incidere negativamente sull’accesso alla giustizia.
Il rischio è che la disposizione penalizzi anche i professionisti impegnati nella difesa delle fasce sociali più deboli, con effetti indiretti sulla tutela dei diritti fondamentali.
Richiesta di intervento normativo
Il Consiglio Nazionale Forense ha chiesto al Governo e al Parlamento di abrogare o riformulare la norma, affinché siano rispettati i principi di proporzionalità ed equità.
La regolarità fiscale, pur costituendo un dovere inderogabile, non può diventare una condizione sospensiva del diritto al compenso, che trova fondamento nel lavoro effettivamente svolto e nel rapporto contrattuale tra le parti.
CNF si unisce alle perplessità espresse dall’UNCC
Il CNF si unisce alle perplessità già espresse dall’Unione Nazionale delle Camere Civili (UNCC) in merito alla disciplina dei pagamenti ai professionisti prevista nella Legge di Bilancio 2026, condividendo le preoccupazioni circa l’eccessiva burocratizzazione del sistema e i possibili ritardi nei compensi dovuti alle nuove procedure di verifica della regolarità fiscale e contributiva.
Il confronto resta aperto in vista dell’esame parlamentare della manovra.
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