Avvocati e IA generativa: le regole della nuova guida CCBE

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Nuova Guida del CCBE all’uso dell’intelligenza artificiale generativa per gli avvocati.

Il Consiglio degli Ordini Forensi dell’Unione Europea (CCBE) ha pubblicato, il 2 ottobre 2025, una guida per aiutare avvocati e studi legali a comprendere rischi, opportunità e impatti deontologici legati all’uso degli strumenti di intelligenza artificiale generativa (GenAI), sempre più presenti nella pratica legale.

La Guida CCBE sull’intelligenza artificiale generativa  

L’obiettivo è favorire un utilizzo responsabile dell’IA, in linea con i principi fondamentali della professione e con la normativa europea sull’intelligenza artificiale.

Il Consiglio Nazionale Forense ha trasmesso la traduzione informale del documento, curata dall'Ufficio di Rappresentanza del CNF a Bruxelles.

Obiettivi del documento  

La guida chiarisce cosa sia la GenAI, come viene regolamentata e quali accortezze professionali sono necessarie quando viene utilizzata in ambito giuridico.

Cos’è l’intelligenza artificiale generativa secondo il CCBE  

La GenAI è una tecnologia capace di generare contenuti nuovi — testi, immagini, audio o video — sulla base dei dati con cui è stata addestrata. Nell’UE non esiste una definizione autonoma di GenAI: questi sistemi rientrano tra i modelli “di uso generale”, disciplinati dal Regolamento (UE) 2024/1689.

Approcci internazionali  

Oltre alla normativa europea, anche Stati Uniti, Consiglio d’Europa e altre giurisdizioni stanno definendo regole e linee guida per un uso etico e sicuro dell’IA.

Diffusione della GenAI nella pratica legale  

Sempre più avvocati utilizzano strumenti GenAI per attività come la ricerca giuridica, la sintesi dei documenti, la redazione delle bozze o la traduzione. Molti software professionali integrano già funzioni basate su IA, spesso senza che l’utente ne sia pienamente consapevole.

Vantaggi dell’adozione della GenAI per gli avvocati  

L’IA può migliorare l’efficienza, velocizzare analisi complesse e ridurre il tempo necessario per attività ripetitive. Se utilizzata correttamente, può contribuire a qualità più elevata dei documenti, stime di costo più accurate e un servizio più tempestivo verso i clienti.

Rischi e criticità evidenziati dal CCBE  

Riservatezza  

L’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale generativa può comportare la trasmissione involontaria di dati riservati tramite i prompt. Queste informazioni, una volta inserite nel sistema, potrebbero essere memorizzate, analizzate o riutilizzate dal fornitore del servizio.

Il CCBE sottolinea quindi la necessità di evitare l’inserimento di elementi riconducibili al cliente in assenza di adeguate garanzie contrattuali e tecniche.

Allucinazioni  

I modelli di GenAI possono produrre contenuti errati o del tutto inventati. Ciò include la creazione di sentenze inesistenti, riferimenti normativi inaccurati o interpretazioni giuridiche non supportate da fonti reali.

Per l’avvocato questo rischio è particolarmente rilevante, poiché un contenuto non verificato può compromettere la qualità del lavoro e la correttezza delle argomentazioni presentate.

Bias e compiacenza  

La guida segnala che alcuni sistemi possono riprodurre o amplificare pregiudizi presenti nei dati di addestramento. Altri possono generare risposte eccessivamente accondiscendenti, tendendo ad allinearsi alle preferenze dell’utente.

Questi fenomeni possono influire sulla capacità del professionista di ottenere una valutazione equilibrata e attendibile, con potenziali effetti sulla strategia difensiva o sulla consulenza fornita.

Mancanza di trasparenza  

Molti modelli di IA funzionano come “scatole nere”, senza fornire indicazioni chiare sul processo che porta alla generazione degli output. Questa opacità rende difficile comprendere la qualità delle fonti utilizzate e valutare l’affidabilità delle informazioni prodotte.

Per il CCBE, la scarsa trasparenza rappresenta un limite significativo all’uso consapevole e professionale della GenAI.

Proprietà intellettuale, cybersecurity e frodi  

La guida richiama attenzione sull’utilizzo di contenuti protetti da diritto d’autore nei dataset di addestramento, che può generare problemi di titolarità degli output. Vengono inoltre evidenziate vulnerabilità in ambito di sicurezza informatica, come attacchi mirati o manipolazioni dei dati, oltre al rischio crescente di deepfake, identità sintetiche e truffe potenziate dall’IA.

Tali elementi richiedono un approccio prudente e un controllo costante degli strumenti impiegati.

Prospettive future per la professione  

La guida mette in luce temi che richiederanno monitoraggio costante, come la dipendenza da pochi grandi fornitori tecnologici, la necessità di formare le nuove generazioni di avvocati e l’uso dei dati professionali come materiale di addestramento.

La GenAI offre opportunità significative per la professione legale, ma comporta rischi che richiedono attenzione, competenza e un approccio consapevole.

La guida del CCBE rappresenta un riferimento importante per integrare l’IA nella pratica quotidiana rispettando valori, deontologia e tutela del cliente.

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