Auto e leasing gonfiano l’Ires

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Il Dl 262/06, di fresca pubblicazione in “Gazzetta” 230, inasprisce le misure fiscali sulle imprese, ampliandone la base imponibile. Una delle sue regole incide sulla deducibilità dei costi delle auto aziendali in modo tale da produrre due effetti: per le auto concesse in uso promiscuo al dipendente la deducibilità, prima integrale, passa ad un importo pari al benefit tassato in capo al dipendente stesso (7.500 per tariffa chilometrica Aci); per quelle normalmente impiegate nell’attività la deducibilità, prima limitata al 50 per cento del costo, è impossibile in relazione a qualsiasi costo. A ciò si collega la recente evoluzione della disciplina Iva per le auto aziendali, che ha reso detraibile l’Iva sull’acquisto. L’impatto sulle imprese comporta un aggravio del carico fiscale sul loro reddito, parzialmente temperato dal rinvio di talune disposizioni sulle perdite dei soci delle società trasparenti e su quelle illimitatamente riportabili.

Tra le misure di segno positivo ospitate nel Dl 262 rientrano la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, il regime agevolato a favore delle imprese del Mezzogiorno e i crediti d’imposta per l’attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo. Ad esempio, l’articolo 18 introduce nuove deduzioni dalla base imponibile dell’Irap, con riguardo al personale dipendente, che rappresenta una componente assoggettata al prelievo, anche in proporzione rilevante. Così, i datori di lavoro privati dispongono di due nuove deduzioni dalla base imponibile Irap, rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, che hanno una doppia valenza: di riduzione del cuneo (forfettaria, di cinque mila euro su base annua per ogni lavoratore impiegato nel periodo di imposta) e di incentivo a contratti più stabili (che riguarda la quota di contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore, che viene esclusa dalla base imponibile).

L’intento di molte delle misure introdotte dal disegno di legge Finanziaria 2007 è la regolarizzazione dei rapporti di lavoro attraverso la riconversione dei contratti di collaborazione in forme di lavoro subordinato. A tal proposito, un avviso comune sui call center firmato ieri da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, alla presenza del ministro del Lavoro Damiano, punta alla stabilizzazione di una consistente quota di lavoratori precari del settore. Per i collaboratori a progetto per i quali si prevede l’assunzione con contratto di lavoro dipendente, dovrebbe presto arrivare una “contribuzione aggiuntiva”, in parte a carico dell’azienda e per il resto a carico dello Stato, da versare alla Gestione separata dell’Inps. Questo prevede, in buona sostanza, il testo dell’avviso.

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