Violenza sessuale di gruppo anche a carico di chi filma
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 26 marzo 2010
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Con sentenza n. 11560 depositata lo scorso 25 marzo, la Cassazione, Terza sezione penale, ha confermato la misura cautelare del collocamento in comunità disposta, a mezzo di ordinanza del Tribunale di Messina, nei confronti di un ragazzo minore accusato del reato di violenza sessuale di gruppo per aver filmato, con un telefonino, lo stupro messo in atto da un amico nei confronti di una minorenne.
Secondo la difesa del ragazzo, la condotta posta in essere dallo stesso non poteva in realtà configurare una partecipazione al reato di violenza sessuale posto in essere, in modo autonomo, dall'amico. Di diverso avviso i giudici di legittimità, secondo cui per la sussistenza del reato di violenza sessuale di gruppo non è necessario che ciascun compartecipe ponga in essere un'attività tipica di violenza sessuale essendo determinante, per contro, la simultanea ed effettiva presenza di più persone nel luogo e nel momento di consumazione dell'illecito.
Secondo la difesa del ragazzo, la condotta posta in essere dallo stesso non poteva in realtà configurare una partecipazione al reato di violenza sessuale posto in essere, in modo autonomo, dall'amico. Di diverso avviso i giudici di legittimità, secondo cui per la sussistenza del reato di violenza sessuale di gruppo non è necessario che ciascun compartecipe ponga in essere un'attività tipica di violenza sessuale essendo determinante, per contro, la simultanea ed effettiva presenza di più persone nel luogo e nel momento di consumazione dell'illecito.
- ItaliaOggi, p. 27- Brevi
- Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, p. 35 - Filma lo stupro Il minore in comunità - Castellaneta
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