Valido l'accertamento sui versamenti del fratello

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Con ordinanza n. 24933 del 26 novembre 2009, la Cassazione, sezione Tributaria, ha confermato la decisione con cui i giudici di merito avevano ritenuto valido, nei confronti di un contribuente-professionista, l'avviso di accertamento Irpef notificatogli da parte del Fisco. Quest'ultimo si era basato, nell'indagine, su dei versamenti effettuati sul conto del ricorrente da parte del fratello della convivente; versamenti che avevano ad oggetto dei lavori di ristrutturazione per i quali non erano state emesse né fatture, né ricevute di pagamento.

La Corte di legittimità, nel dettaglio, ha ribadito che “gli uffici dell'amministrazione finanziaria sono autorizzati, ai sensi degli art. 37 e seguenti del dpr 600 del 1973, ad avvalersi della prova per presunzione, la quale presuppone la possibilità logica di inferire, in modo non assiomatico, da un fatto noto e non controverso, il fatto da accertare”; conseguentemente – continua la Cassazione – l'onere della prova contraria spetta al contribuente “il quale, ove intenda contestare l'efficacia presuntiva dei fatti addotti dall'ufficio a sostegno della propria pretesa, oppure sostenere l'esistenza di circostanze modificative o estintive dei medesimi, deve a sua volta dimostrare gli elementi sui quali le sue eccezioni si fondano”.
Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 22 – Il versamento del parente incastra il professionista - Alberici

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