Una dote da due miliardi

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ha votato la fiducia sul maxiemendamento al Ddl Welfare. Il primo effetto del Ddl riguarda il blocco dello scalone della legge Maroni, per cui nel 2008 scende a 58 anni l’età minima per la pensione, con l’aumento graduale fino a 61 dal 2013. L’accesso al pensionamento sarà regolato dal meccanismo delle quote, date dalla somma tra età anagrafica ed età contributiva. Per quanto riguarda il capitolo sugli ammortizzatori sociali, dal 2008 si allunga l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con meno di 50 anni. Inoltre, verrà creato un fondo per gli sgravi contributivi del 5% per incentivare la contrattazione di secondo livello. Altra novità, la riforma dei trattamenti di disoccupazione agricola, con l’eliminazione  delle soglie attuali. Infine, due misure a sostegno dei giovani per garantire la piena utilizzabilità ai fini pensionistici, dei periodi contributivi maturati nel corso della vita lavorativa, riducendo da 3 anni la durata minima degli spezzoni sommabili, e a facilitare il riscatto della tesi di laurea.

Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 42 – Il lavoro diventa meno flessibile - Cirioli
  • ItaliaOggi, p. 43/50 – La riforma del Welfare

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