Un veto insensato agli studi associati
Pubblicato il 24 maggio 2006
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L’Inps con la circolare 74/2006 sui contratti di inserimento/reinserimento ha suscitato numerosi dubbi e perplessità agli studi professionali. L’Istituto, in accordo con il ministero del Lavoro, ha fornito un’interpretazione riguardante i datori di lavoro che possono avvalersi della suddetta tipologia contrattuale, che stante l’elencazione fornita dall’articolo 54, comma 2, del decreto legislativo 276/2003 deve essere preclusa agli studi professionali, anche in forma associata. Si tratta di una esclusione “illegittima” con effetti sui “patti” già stipulati, che non solo è apparsa a molti intempestiva, ma che ha creato disorientamento e preoccupazione anche perchè sono ormai due anni che questa forma contrattuale è divenuta concretamente utilizzabile (11 febbraio 2004), ammesso che, facendo affidamento al disposto normativo, tutti gli operatori hanno ceduto al nuovo istituto. In passato, inoltre, sia l’Inps che il ministero del Lavoro erano intervenuti singolarmente sull’argomento senza però arrivare alla conclusione drastica degli ultimi giorni. Per tali ragioni, secondo il parere del Presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, “è dunque auspicabile un tempestivo intervento per evitare che le indicazioni fornite nei giorni scorsi alimentino un contenzioso inutile”.
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