TFR all'azienda o al fondo pensione? Cosa conviene di più (con VIDEO)
Pubblicato il 21 dicembre 2023
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Dalla scelta del lavoratore di destinare il trattamento di fine rapporto al fondo pensione derivano rilevanti ricadute sul costo del lavoro a carico del datore di lavoro.
In fase di assunzione ed entro i 6 mesi dall’inizio di un rapporto di lavoro, il lavoratore subordinato può decidere se destinare o meno il proprio trattamento di fine rapporto ad una forma pensionistica complementare.
Tale scelta, oltre a vincolare il lavoratore a fronte della possibilità per lo stesso di vedersi aumentare le tutele pensionistiche, incide considerevolmente sul costo sostenuto dal datore di lavoro.
La destinazione alla previdenza complementare del TFR maturando consente infatti al datore di lavoro di godere di una riduzione sul reddito d’impresa pari al 6% per le imprese fino a 49 dipendentio e al 4% per le impresecon oltre 50 dipendenti.
A questo risparmio, si aggiunge anche quello derivante dall'esonero dal versamento delle aliquote contributive INPS destinate al finanziamento del Fondo di Garanzia INPS e degli oneri c.d. impropri correlati al flusso di TFR maturando conferito.
Infine, la scelta di destinare il TFR ad una forma pensionistica complementare libera il datore di lavoro, per la quota passata al fondo pensione, dai costi legati alla rivalutazione del fondo TFR al 31 dicembre dell’anno precedente.
Quanto risparmia il datore di lavoro? L'analisi con un esempio di calcolo nell'approfondimento che segue.
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