Telefisco 2018, dal Bonus verde alle vendite nelle procedure fallimentari
Pubblicato il 05 febbraio 2018
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L’Agenzia delle Entrata, nel corso del convegno Telefisco 2018, ha provveduto a precisare altri importanti aspetti di natura tributaria riguardanti: il Bonus verde, le detrazioni fiscali per i figli a carico e il valore delle perizie nelle procedure fallimentari.
Bonus verde
L’agevolazione fiscale per la «sistemazione a verde» di aree scoperte private o condominiali è pari ad una detrazione del 36% su una spesa massima di 5mila euro per unità immobiliare. Era sorto il dubbio se tale bonus potesse essere fruito, nell’anno 2018, anche nel caso di un condominio in cui vengono eseguiti interventi agevolati sulle parti comuni e sulle proprietà esclusive. L’Agenzia delle Entrate ha sostenuto che, in tale circostanza: «il diritto alla detrazione spetta su due distinti limiti di spesa agevolabile, di 5mila euro ciascuno».
Ciò vuol dire che l’agevolazione può raddoppiare in caso di interventi di sistemazione del giardino privato di un singolo contribuente e di quello condominiale; del resto, ciò era stato già specificato con riferimento ai lavori di recupero edilizio, il cui limite agevolativo è autonomo in caso di lavori alla propria abitazione e nelle parti comuni.
Al riguardo, è stato chiarito, però, che i lavori effettuati in economia sul proprio giardino o terrazzo non consentono di beneficiare del bonus verde, come pure sono escluse le manutenzioni annuali, in quanto concetti incompatibili con quello di «interventi straordinari di sistemazione a verde». Al contrario, rimangono agevolate la manutenzione e la progettazione che risultino “connesse” ad un intervento ammesso al bonus.
Detrazioni per figli a carico e assegni alimentari
E’ stato anche chiarito fino a quando vale il nuovo limite di reddito per i figli fiscalmente a carico. La Legge di bilancio 2018 ha introdotto un nuovo periodo all’articolo 12, comma 2, del Tuir, secondo il quale – a partire dal 1° gennaio 2019 – per i figli di età non superiore a 24 anni è elevato a 4mila euro il reddito complessivo Irpef annuo al lordo degli oneri deducibili, per essere considerati fiscalmente a carico.
Secondo l’Agenzia, infatti: «il requisito anagrafico deve ritenersi sussistere per l’intero anno in cui il figlio raggiunge il limite di età, a prescindere dal giorno e dal mese in cui ciò accade».
In pratica, il nuovo limite dei 4mila euro, per essere considerati fiscalmente a carico, vale per tutto l’anno in cui è verificato il requisito di età, a prescindere dalla data del compleanno.
Con riferimento agli assegni alimentari, l’Amministrazione finanziaria ha specificato che gli ulteriori requisiti della convivenza e della percezione necessari ai fini dell'ottenimento di assegni alimentari, che non risultano da provvedimenti dell’autorità giudiziaria, continuano ad essere richiesti solo per gli altri familiari indicati dall’articolo 433 del Codice civile e non interessano l’agevolazione sul nuovo limite di reddito introdotto per i figli che non superano i 24 anni di età. Lo status di familiare a carico prescinde, chiaramente, dalla circostanza che i figli siano dediti o meno agli studi o al tirocinio gratuito.
Per quanto riguarda gli altri familiari a carico così come pure i figli che hanno superato i 24 anni di età, restano valide le condizioni già regolate dal Tuir, con il limite complessivo di reddito di 2.840,51 euro.
Rendicontazione Paese per Paese
In prossimità della scadenza del 9 febbraio 2018, data entro cui la controllante capogruppo, residente nel territorio dello Stato, di un gruppo di imprese multinazionali con ricavi consolidati superiori a 750 m, è tenuta agli obblighi di trasmissione in caso di operazioni di acquisizione, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che tali società hanno la possibilità di ravvedersi in caso di invio tardivo del country by country reporting (Cbcr).
La normativa di riferimento non ha disciplinato gli aspetti sanzionatori applicabili per l’invio tardivo della reportistica, mentre ha previsto una sanzione per omessa presentazione o invio di dati incompleti che va da 10mila a 50mila euro (legge di Stabilità 2016). Ora è stato puntualizzato dal Fisco che tale sanzione è applicabile anche in caso di invio tardivo e che sarà possibile sanare la violazione tramite ravvedimento.
Fallimenti e valore delle perizie
Altro importante dubbio sciolto dalle Entrate a Telefisco 2018 riguarda il valore della perizia nei fallimenti. Il chiarimento è decisivo, in quanto potrebbe ridurre notevolmente le rettifiche degli Uffici territoriali in tema di Imposta di registro.
Si è chiesto conferma all’Agenzia delle Entrate se, nell’ambito di una procedura fallimentare, si possa considerare corretto il prezzo dichiarato in atto posto a base dell’ultima asta andata deserta, visto che tale prezzo è già superiore al valore venale di mercato, dal momento che nessun operatore ha reputato conveniente l’acquisto.
Secondo l’Agenzia, gli Uffici non possono accertare il maggior valore sulla perizia originariamente redatta per la fissazione del prezzo a base dell’asta del primo incanto, soprattutto nel caso in cui il valore stimato dal perito non fosse ritenuto adeguato dal mercato, considerato che nessun operatore aveva effettuato offerte.
Perciò, ai fini dell’imposta di registro, nelle procedure fallimentari, se diversi incanti sono andati deserti, per la vendita di un immobile a trattativa privata successiva non si può prendere come riferimento la perizia iniziale e gli uffici finanziari non dovranno basare acriticamente l’accertamento di valore sul prezzo periziato posto a base d’asta, essendosi quest’ultimo dimostrato inadeguato e fuori mercato. Viceversa, gli uffici dovranno tener conto di tutte quelle circostanze ed elementi che hanno influenzato il prezzo di cessione e hanno motivato lo scostamento rispetto al valore riportato nella perizia.
- eDotto.com – Edicola del 3 febbraio 2018 - Telefisco 2018. Codice del terzo settore: le risposte delle Entrate – G. Lupoi
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