Super acconti 2013, alla cassa il 2 dicembre con le aliquote maggiorate
Autore: Roberta Moscioni
Pubblicato il 18 novembre 2013
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Circa il 40% dei contribuenti italiani, tra imprese e persone fisiche, sarà chiamato alla cassa nei prossimi giorni per versare gli acconti 2013 di Irpef, Ires e Irap.
Si tratta, in realtà, di quello che già viene definito il “super-acconto” del 2013: il 2 dicembre (il 30 novembre cade di sabato), infatti, i contribuenti saranno tenuti ad applicare agli anticipi fiscali le aliquote maggiorate.
Ecco il quadro delle tasse nel dettaglio: per l’Irpef, l’aliquota dell’imposta passa, ormai in modo definitivo, dal 99% al 100%; per l’Ires, quest’anno è previsto il cosiddetto “finanziamento ope legis” a favore dello Stato con l’aliquota aumentata al 101% del dovuto, mentre, relativamente all’Irap, si dovranno seguire le regole delle imposte dirette del contribuente.
Così, chi versa l’Iperf dovrà calcolare al 100% anche l’Imposta sulle attività produttive; chi versa l’Ires dovrà, invece, applicare il 101% anche all’Irap, mentre non è del tutto esclusa anche la possibilità che l’acconto aumenti fino al 120% per le banche e le assicurazioni, così come non è del tutto esclusa la possibilità di una proroga del termine al 16 dicembre.
Il tutto costerà ai quasi 20 milioni di contribuenti interessati oltre 34 miliardi di euro, che affluiranno direttamente nelle casse dello Stato. Dai calcoli dello scorso anno, si stima che 176 milioni di euro in più arriveranno dall’Irpef, mentre il resto sarà a carico di Ires e Irap.
I lavoratori dipendenti e i pensionati saranno costretti a fare i conti con le nuove aliquote nel caso in cui abbiano ricevuto un reddito "aggiuntivo" rispetto alla busta paga o all'assegno previdenziale (è sufficiente anche un piccolo affitto di 500 euro al mese per far scattare l’aumento se ad essere applicata è l’aliquota marginale del 38%).
Dal dipartimento delle Finanze assicurano però che la possibilità che i contribuenti appartenenti alle fasce di reddito più basse siano interessati dal "super acconto" è molto remota: nelle fasce più basse di reddito, infatti, è quasi del tutto assente la possibilità di contabilizzare redditi aggiuntivi, cosa che invece aumenta nelle fasce di reddito dai 50mila euro in su, che comunque non esclude molti pensionati.
Per chi ha usufruito dell’assistenza fiscale nel 2013, presentando il modello 730, l’operazione di ricalcolo degli acconti verrà eseguita direttamente dal sostituto d’imposta. In tal modo, il datore di lavoro e/o ente pensionistico, che nel cedolino di novembre dovrà trattenere la seconda o unica rata di acconto, dovrà prima aver effettuato il ricalcolo dell’anticipo che deve essere versato.
Per il ricalcolo, si utilizzeranno gli importi che sono già stati versati nella prima rata di acconto e nella seconda, oppure unica rata, di Irpef riportati nel modello 730/4 (elaborato dal Caf oppure dal professionista abilitato) o nel modello 730/3 (elaborato in caso di assistenza fiscale diretta).
Per quanto riguarda i lavoratori autonomi e le società, invece, l’entità degli acconti che si dovranno pagare dipende da più variabili. Gli acconti potranno essere calcolati con il metodo “storico” oppure con quello “previsionale” e, indipendentemente dal criterio adottato, le nuove misure risulteranno aumentate di un punto percentuale rispetto a quanto si è versato nel 2012.
- Il Sole 24 Ore del 17 novembre 2013, p. 3 - Cedolare senza ricalcolo in «busta» - Bianchi, Massara
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