Subordinazione se c’è inserimento nel ciclo produttivo
Pubblicato il 03 ottobre 2020
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L’inserimento nel ciclo produttivo per ben sei anni (un significativo lasso di tempo), la presenza obbligatoria sul luogo di lavoro per otto ore al giorno, la retribuzione fissa erogata mensilmente, l’inserimento nel piano ferie e le modalità di espletamento dell’attività lavorativa, fanno del lavoratore un dipendente a tutti gli effetti.
Questo ha rilevato la Suprema Corte di Cassazione, con sentenza n. 21194 del 2 ottobre 2020, a proposito di un lavoratore che, tra l’altro, aveva sempre ricevuto anche indicazioni sul lavoro da svolgere e sulle priorità da rispettare ed era sottoposto al controllo aziendale in ordine al proprio operato: tutti elementi che rafforzano la subordinazione e che non tengono conto degli spazi di autonomia di cui godeva il prestatore di lavoro.
Quindi con specifico riferimento al caso di specie la cessazione della collaborazione coordinata e continuativa è stata ritenuta ritorsiva dalla Corte (atteso anche che la cessazione del rapporto di lavoro è avvenuta dopo le richieste retributive e contributive del dipendente) e non conseguente a fattori economici, preesistenti al recesso.
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