Stabilità approvata e promulgata. Ora il “riscatto”?
Autore: Alessia Lupoi
Pubblicato il 14 novembre 2011
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Dal Senato alla Camera, un iter ultrarapido giustificato da ragioni economico/finanziarie e politiche e un’approvazione con 380 voti favorevoli, 26 contrari, 2 astenuti. Si chiude un periodo nervoso, se ne apre uno teso alla riduzione del debito pubblico e al “riscatto dell’Italia” (così è per il professor Mario Monti, che ha accettato con riserva l’incarico di formare il nuovo Governo). In due giorni, la legge di stabilità 2012 è anche promulgata. Sabato scorso Montecitorio ha approvato in via definitiva il provvedimento. Registriamo che i deputati del Pd non hanno votato, mentre l'Idv ha votato no.
Dopo il via libera, la Camera ha approvato anche il Ddl di bilancio e la nota di variazione. Si attende la pubblicazione su «Gazzetta Ufficiale». Le principali correzioni al Decreto di legge intervenute al Senato sono state introdotte in seguito agli impegni assunti dall'Italia con Bruxelles su enti locali, pensioni, dismissioni e liberalizzazioni.
FRONTE ENTI LOCALI. Dal Patto di stabilità degli enti locali sono ora esclusi i cofinanziamenti Ue, le spese per il censimento e quelle per gli stati di emergenza e i grandi eventi, nei limiti del finanziamento statale. Si semplificano poi i criteri per individuare gli enti «virtuosi».
FRONTE PENSIONI. Dal 2026, l'età minima per ottenere la pensione di vecchiaia è 67 anni, per tutti.
FRONTE DISMISSIONI. Gli immobili pubblici oggetto di dismissione confluiranno in uno o più fondi di investimento immobiliare o a società di nuova costituzione. I proventi deriveranno dalle cessioni delle quote o delle azioni dei fondi o, ancora, delle società cui sono conferiti gli immobili. L'incasso sarà destinato a ridurre il debito pubblico (1900 miliardi di euro). La dismissione vale anche per i terreni agricoli di proprietà dello Stato.
Da ultimo, FRONTE PROFESSIONI. E’ abolita la norma che fa riferimento al tariffario per fissare il compenso, che invece dovrà essere pattuito per iscritto fra professionista e cliente. E’ anche prevista l'istituzione di società fra professionisti. Ma fa tremare le categorie la previsione che gli Ordini debbano essere riformati attraverso un Decreto presidenziale, entro un anno dall'entrata in vigore della legge di stabilità. E’ sotto accusa, in particolare, il ricorso alla delegificazione con lo strumento del Dpr.
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