Società quotate, da Assonime la proposta di estensione del voto plurimo

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Assonime, in una recente circolare, analizza le novità in materia di diritto societario, introdotte da poco meno di un anno dal decreto Competitività con lo scopo di favorire la quotazione delle società italiane, soffermandosi sui maggiori timori di perdita del controllo societario e cercando di favorire gli interessi dei nuclei stabili di soci interessati all’andamento di medio periodo delle società stesse.

Si ricorda che con il Decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito con modificazioni dalla Legge n. 116/2014, sono state introdotte in materia di diritto societario alcune modifiche al Codice Civile in tema di Trasformazione di società di persone, Diritto di opzione e Capitale sociale.

Voto plurimo

Il nostro Ordinamento consente, oggi, alle società già presenti sul mercato dei capitali di premiare i soci fedeli con una maggiorazione dei diritti di voto, ma vieta l'emissione di categorie di titoli con maggiori poteri rispetto alle azioni ordinarie.

La richiesta di Assonime è quella di estendere le azioni a voto plurimo anche alle società quotate: in altri termini, di prevedere azioni a voto maggiorato anche per materia, ma soprattutto di riconoscere il voto plurimo anche per tutte le azioni di cui si compone il capitale sociale delle società quotate, specificando quali sono le particolari condizioni a cui deve essere subordinata l’emissione delle azioni a voto potenziato.

Per l’Associazione appare, infatti, contraddittoria la scelta del Tuf, da una parte, di riconoscere la possibilità di emissione di azioni prive di diritto di voto e, dall’altra, di negare quelle a voto plurimo. In entrambi i casi – si specifica - si verifica un analogo rischio di concentrazione di potere in capo ai soci, tanto che una fattispecie non dovrebbe escludere l’altra.

Di qui, dunque, la richiesta di estendere lo strumento della maggiorazione dei diritti di voto per gli azionisti delle società quotate che soddisfino particolari requisiti, consentendo anche alle aziende già presenti in Borsa di avvalersi delle azioni a voto plurimo.

La condizione suggerita da Assonime è che gli azionisti delle società quotate possano essere premiati nel caso mantengano il possesso dei titoli per almeno due anni oppure per il tempo necessario previsto dalla Statuto.

Il voto plurimo, infatti, potrebbe essere subordinato, con espressa previsione dello Statuto, all'avverarsi di due condizioni: una condizione sospensiva (azione a voto plurimo al verificarsi della condizione) oppure una condizione risolutiva (azione a voto plurimo che cessa al verificarsi della condizione). Nella circolare, Assonime, tra le varie condizioni, ammette anche la possibilità di pensare l’introduzione di azioni a voto plurimo legate a un rapporto di lavoro con la società.
Allegati Anche in
  • Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 33 - Voto plurimo per l’intero capitale - Negri

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