Sharing economy Parere delle Entrate
Pubblicato il 27 luglio 2016
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Il 26 luglio 2016 la direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, in audizione di fronte alla X Commissione della Camera si è pronunciata sulla proposta di legge sulla sharing economy (proposta di legge Ac 3564) attualmente all'esame delle commissioni riunite Trasporti e Attività produttive.
La proposta di legge sulla “Disciplina delle piattaforme digitali per la condivisione dei beni e servizi e disposizioni per la promozione dell’economia di condivisione” (cosiddetta economia condivisa) nasce dalla constatazione che la rapida espansione dell’economia condivisa non è stata affiancata, a livello nazionale ed europeo, da una altrettanta veloce regolamentazione normativa.
Rossella Orlandi ha voluto così fornire interessanti spunti di riflessione sugli aspetti fiscali della proposta di legge in merito al nuovo “modello culturale”, alla luce delle indicazioni pervenute da un'agenda europea per l'economia collaborativa elaborata dalla Commissione Ue (Com 2016, n. 356), con la quale si è voluto fornire agli Stati membri le linee guida per attuare uno sviluppo equilibrato e sostenibile di questa nuova forma di scambio.
Sharing economy: aspetti fiscali
La proposta di legge italiana, presentata il 27 gennaio 2016, tende a disciplinare le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi e a promuovere l’economia della condivisione.
Obiettivo della proposta di legge è quello di garantire equità e trasparenza, in termini di regole e di fiscalità, tra i soggetti che operano in tale ambito e gli operatori economici tradizionali e contemporaneamente tutelare i consumatori soprattutto per gli aspetti connessi alla sicurezza, alla salute, alla privacy e alla trasparenza delle condizioni contrattuali.
È però ovvio che uno dei principali problemi derivanti dall’economia collaborativa riguarda l’adempimento degli obblighi fiscali e la loro applicazione visto che esistono difficoltà oggettive nell’identificare i contribuenti e nell’intercettare i loro redditi, così come non ci sono sufficienti informazioni sui prestatori di servizi.
Secondo la Orlandi, il problema principale è che si tratta di una norma “carente nel fornire una disciplina di dettaglio in merito alle modalità di determinazione del reddito da assoggettare a tassazione con aliquota fissa o con aliquota progressiva (nel caso in cui il reddito da economia collaborativa venga cumulato con i redditi da lavoro autonomo o con i redditi di lavoro dipendente)”.
Analogamente, la soglia dei 10mila euro entro i quali si prevede una tassazione agevolata al 10% rappresenta una criticità perché “rimane incerto se questa soglia, oltre a determinare un diverso trattamento fiscale, costituisca anche il discrimine tra attività professionale e occasionale”.
Il numero uno delle Entrate h,a poi, aggiunto che occorrerà riflettere anche sull’applicazione dell’Iva, argomento ancora non contemplato nella proposta di legge. Pertanto “vista la complessità del fenomeno, non sarà facile il cammino verso la compiuta regolamentazione del settore”.
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