Se il malato è in parte consapevole l'amministrazione di sostegno va preferita all'interdizione

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I giudici del Tribunale di Cassino hanno rigettato le istanze di una donna che chiedeva la dichiarazione di interdizione del figlio, affetto da grave infermità psichica. Il Collegio campano ha preferito aprire un procedimento per amministrazione di sostegno ritenendo tale istituto maggiormente confacente alla situazione del ragazzo il quale, oltre ad aver compiutamente risposto alle domande che gli erano state poste aveva, altresì, manifestato la volontà di andare a vivere da solo. Per il Tribunale, in particolare, mentre l'interdizione avrebbe privato il soggetto della capacità di agire, la misura dell'amministrazione di sostegno avrebbe offerto, allo stesso, ancora in parte consapevole delle proprie azioni, una tutela più adeguata e reale.
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