Saluto romano a manifestazione commemorativa, non è reato
Pubblicato il 21 febbraio 2018
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E’ stata confermata la decisione di assoluzione di due imputati, accusati del reato di concorso in manifestazione fascista, per aver partecipato ad una manifestazione commemorativa in ricordo di alcuni ex militanti, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista quali la "chiamata del presente", il cosiddetto "saluto romano".
Nel dettaglio, i giudici di merito, nella valutazione della fattispecie sottoposta al loro esame, avevano escluso che la manifestazione in oggetto avesse assunto “connotati tali da suggestionare concretamente le folle inducendo negli astanti sentimenti nostalgici in cui ravvisare un serio pericolo di riorganizzazione del partito fascista”.
Statuizione, questa, confermata dalla Cassazione – sentenza n. 8108 del 20 febbraio 2018 – secondo la quale la Corte territoriale aveva fatto corretta applicazione del principio di diritto secondo cui il delitto di cui all'articolo 5 della Legge n. 645/1952 (Manifestazioni fasciste) costituisce reato di pericolo concreto, che non sanziona le manifestazioni del pensiero e dell'ideologia fascista in sé, attese le libertà garantite dall'articolo 21 della Costituzione, ma solo ove le stesse possano determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste. E ciò, in relazione al momento ed all'ambiente in cui sono compiute, attentando concretamente alla tenuta dell'ordine democratico e dei valori ad esso sottesi.
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