Risparmi fiscali misurati dall’imposta di registro

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L’imposta di registro misura il risparmio fiscale nei conferimenti d’azienda. Infatti, nella cessione di azienda che vede il conferimento della stessa e la successiva cessione della partecipazione acquisita l’onere tributario varia molto in relazione all’applicazione all’operazione dell’imposta di registro fissa o proporzionale. Se dovesse applicarsi il registro in misura fissa sia sul conferimento che sulla cessione successiva delle quote il risparmio fiscale sarebbe notevole. Sul fatto che i due atti – conferimento e cessione di quote – producono un solo effetto giuridico finale, la cessione d’azienda, si basa la tesi giurisprudenziale che ritiene illecito tale risparmio. Sulla base di questo assunto la Cassazione, con varie sentenze, ha stabilito che gli uffici possono ricostruire la finalità economica complessiva degli atti correlati “riqualificando” gli atti stessi e procedendo con avvisi di liquidazione di imposta di registro. Su questo punto si trova in disaccordo il Consiglio nazionale del notariato (studio n. 95/2003/T) che ricorda la preclusione dell’utilizzo di elementi extratestuali da parte dell’Amministrazione nell’attività di interpretazione dell’atto registrato.
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